Per don Carlo Villano, papa Francesco ha confermato il percorso avviato il 3 luglio 2021 con la nomina a vescovo ausiliare, affidandogli dal 20 giugno scorso la titolarità delle Diocesi di Pozzuoli e di Ischia. La consacrazione episcopale, presieduta dal vescovo Pascarella, si è svolta il 19 settembre 2021. Nella stessa giornata, dedicata a San Gennaro, il prossimo martedì 19 settembre si terrà la celebrazione che segnerà l’inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Pozzuoli.
La sua è stata una scelta precisa per affidare il proprio operato al patrono della Città e della Diocesi…
«Sicuramente una data significativa, perché ci ricorda il nostro patrono San Gennaro che ha dato la vita per il suo popolo. Non dobbiamo dimenticare che nel territorio diocesano ci sono quartieri di Napoli, ma anche che c’è un cammino comune con la Chiesa partenopea, penso innanzitutto al Patto Educativo. Invitiamo le parrocchie a lavorare in modo sinodale, quindi è bello far camminare in sinergia diocesi limitrofe. Anche con la diocesi di Aversa, da cui provengo, ci sono già attenzioni comuni verso le periferie, come a Licola mare. Zone confinanti nelle quali sono stati avviati gesti d’impegno comune, semmai piccoli ma concreti. Così possiamo sentirci al servizio di un’unica Chiesa. Iniziative non enormi ma di ampio respiro, che mi fanno vivere in comunione con i sacerdoti e i miei fratelli vescovi. Per essere parte di una Chiesa che deve allargare sempre più i propri confini, a volte superando steccati “mentali”, che spesso sono i più difficili da abbattere. Papa Francesco ci invita a “comunicare cordialmente”. Come specificato da Bergoglio “vuol dire che chi ci legge o ci ascolta viene portato a cogliere la nostra partecipazione alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo; chi parla così vuole bene all’altro perché lo ha a cuore e ne custodisce la libertà, senza violarla”. È necessario comunicare sia con il cuore che con la mente. In questo modo si presta attenzione alla persona e alla realtà che ci circonda» (foto di Carlo Lettieri nella parrocchia Santa Maria delle Grazie a Pozzuoli).
Sabato 23 settembre si svolgerà la celebrazione per l’inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Ischia. Nel 2021 aveva preannunciato che il suo ministero voleva “rappresentare un’occasione per far riscoprire alla nostra Chiesa locale la vocazione ad essere luogo dell’aiuto vicendevole”.
«Il mio invito è accogliere l’esortazione dell’Apostolo Paolo: “Portate i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2). Un appello a camminare insieme che si estende alla collaborazione piena tra tutte le componenti delle Diocesi di Pozzuoli e di Ischia. Due entità che credo un po’ alla volta impareranno a percorrere un po’ alla volta dei sentieri comuni, nella differenza delle proprie storie, tradizioni e culture. Come ci ha richiamato più volte in questi anni il nostro caro vescovo Gennaro, ci viene chiesto di “andare oltre” e “camminare insieme”. A lui va ancora la mia fraterna gratitudine per la sua guida paterna, certo che potremo contare ancora sulla sua presenza amorevole. Nel cammino che ci viene chiesto di percorrere insieme, le specificità che rendono uniche le nostre Chiese non devono essere perdute. Non ci viene chiesto di rinunciare alla nostra identità, ma di metterla al servizio, di condividerne la ricchezza, perché si realizzi un autentico scambio di doni tra le due comunità diocesane».
Sempre nel 2021 evidenziava la gioia della nomina ma anche il senso di responsabilità, come sottolineato pure nella prima intervista rilasciata a Segni dei Tempi. Qual è lo spirito con il quale affronta questo nuovo ministero episcopale?
«Esprimo ancora la gratitudine a papa Francesco, che si è fatto strumento per la chiamata del Signore. Chiamata all’episcopato che ho accolto con fiducia e molto stupore, consapevole dei limiti che accompagnano il mio cammino e mi fanno sentire così piccolo di fronte alla missione che mi attende. Percepisco il peso di questo impegno ma vivo tutto questo come un dono. Sento che il Signore mi è accanto e questo mi dà molta serenità. Desidero condividere ansie e speranze per la nostra Chiesa e per i nostri territori, benedetti da così tanti doni, ma anche segnati da non poche fatiche. La storia delle nostre Chiese diocesane è storia di santità. Per questo, all’inizio di questo nuovo tratto di strada che “insieme” siamo chiamati a percorrere, invoco la materna protezione della Vergine Maria e l’intercessione dei nostri santi Procolo, Gennaro, Restituta, Giovan Giuseppe e Giustino Russolillo».
Intervista su SdT di Settembre 2023. Scarica il pdf
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La solenne celebrazione per l’inizio del Ministero Pastorale nella diocesi di Pozzuoli si terrà martedì 19 settembre, alle ore 19.30, nella con-cattedrale San Paolo a Monterusciello (via Giovanni Verga, n. 2). La celebrazione sarà trasmessa in diretta su Canale 21 e in streaming sulle pagine facebook della Diocesi di Pozzuoli e Segni dei tempi.
La solenne celebrazione per l’inizio del Ministero Pastorale nella diocesi di Ischia si terrà sabato 23 settembre, alle ore 19.30, nel piazzale delle Alghe (Ischia Ponte).
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Nello stemma il richiamo alla strada percorsa da San Paolo.
Il motto “Per evangelium vos genui” (“Ti ho generato per mezzo del Vangelo”), scelto dal vescovo vuole essere un invito e un impegno a vivere nella comunità diocesana una pastorale “generativa”, per mezzo del Vangelo e a partire dal Vangelo. Come già è stato descritto nel numero SdT di settembre 2021, il riferimento è a un passaggio di Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi, in cui l’Apostolo ricorda il senso autentico della sua paternità: l’aver generato figli mediante il Vangelo di Cristo (cf 1 Cor 4,15).
Nello stemma ci sono tre riquadri. Nel primo, in basso, troviamo il mare, che rimanda all’approdo di san Paolo a Pozzuoli (cf At 28,12) e rappresenta l’elemento geografico che unisce le diocesi di Pozzuoli e Ischia; nella tradizione biblica rappresenta la vastità della missione, ma anche le insidie che deve affrontare l’evangelizzatore, contrastando le forze avverse al progetto di Dio. C’è un richiamo alla strada percorsa dall’Apostolo delle genti nel suo cammino da Pozzuoli a Roma, che avrebbe attraversato i territori dell’odierna diocesi di Aversa, piantando il primo seme di evangelizzazione. La strada è anche un’immagine sintetica della spiritualità e della pedagogia propria dello scautismo, a cui il vescovo Carlo è legato da sempre. La strada che si inerpica tra i colli è sovrastata da una croce di Gerusalemme, richiamo alla Terra Santa e al pellegrinaggio per eccellenza nella tradizione cristiana.
Nel riquadro in alto a sinistra campeggia il libro della Parola attraversato dalla spada: una simbologia tipicamente paolina. Vuole essere un invito a mettere al centro della propria vita di fede l’ascolto della Parola (cf Eb 4,12). Lo sfondo rosso richiama l’amore misericordioso di Dio, come testimonia il sangue dei santi martiri, che è seme fecondo per la vita della Chiesa.
Nel riquadro in alto a destra si notano due anfore (che rimandano alle idrie conservate nel Santuario di Casaluce, utilizzate per il “segno” alle nozze di Cana, riferimento al titolo devozionale legato alla venerata icona della Madonna di Casaluce di cui il vescovo Carlo è stato custode negli ultimi anni come parroco dei SS. Filippo e Giacomo in Aversa), sormontate da una stella ad otto punte, richiamo alle beatitudini.
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