L’ultimo appuntamento del Giubileo, prima della celebrazione della chiusura della Porta Santa di San Pietro il 20 novembre, il pontefice lo ha voluto riservare ai senza fissa dimora: “Noi poveri con Papa Francesco a Roma, nel cuore della Chiesa”.
«Sono persone di cui le nostre parrocchie hanno bisogno – dice sir François Le Forestier, portavoce dell’organizzazione “Fratello” – perché sono i più poveri dei poveri. Hanno alle spalle una serie di fallimenti soprattutto relazionali che li ha spinti sulla strada dove trovano una via di fuga per sparire. Non è tanto la mancanza di cibo o alloggio: soffrono soprattutto di solitudine, mancanza di speranza. Per questo sono particolarmente sensibili a cogliere nella loro vita la prossimità di Dio».
Dall’11 al 13 novembre, infatti, a Roma si svolgerà il Giubileo della Misericordia rivolto alle persone in situazione di precarietà, sul tema “Noi poveri con Papa Francesco a Roma, nel cuore della Chiesa”. Un’attenzione, quella di Papa Francesco, che assume un significato anche politico, visto che i recenti dati Istat hanno rilevato una presenza nel 2015 in Italia di ben 4 milioni e 598 mila poveri. In tutto ci sono 1 milione e 582 mila nuclei familiari che vivono in povertà assoluta.
La situazione in Italia è peggiorata notevolmente, considerando che nel 2014 viveva in povertà assoluta il 6,8 per cento dei residenti, mentre nel 2015 il dato è salito al 7,6 per cento della popolazione. La condizione di povertà assoluta è in aumento tra le famiglie con quattro componenti, soprattutto tra coppie con due figli e famiglie di soli stranieri. Nel Mezzogiorno risultano relativamente povere quasi quattro famiglie su dieci. Un giovane su dieci è in povertà assoluta, mentre nel 2005 l’incidenza era appena del 3,9%. I giovani in condizioni di povertà assoluta sono ormai il doppio degli anziani che sono stabili a poco oltre 500 mila individui, con una incidenza del 4,1%, sostanzialmente invariata nell’ultimo decennio.
S’intuisce, pertanto, la portata del Giubileo voluto dal pontefice a Roma da venerdì 11 a domenica 13 novembre. L’iniziativa ha la sua origine nell’ottobre 2014, quando 200 persone (di cui 150 della “strada”) hanno vissuto un pellegrinaggio dalla Francia a Roma sul tema “Tutti chiamati alla santità”, partecipando all’udienza generale del Santo Padre, al quale hanno poi scritto una lettera l’anno scorso, per chiedere di partecipare anche loro ad un Giubileo della Misericordia. Papa Francesco ha risposto subito proponendo le date di novembre. A Roma sono attese 6mila persone, provenienti da 20 Paesi europei diversi.
Si chiude così il Giubileo, voluto dal pontefice affinchè «la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia». Nella morale cristiana, infatti, la misericordia è una virtù morale che si concretizza nelle opere di misericordia, con atti di bontà e di carità verso chi soffre. Nel sito del Giubileo si sottolinea anche il significato più ampio della parola misericordia (cit. dalla Treccani): «sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla; anche, sentimento di pietà che muove a soccorrere, a perdonare, a desistere da una punizione».
(foto da fratello2016.org)