L’Avvocato Gerardo Marotta, studioso e divulgatore del pensiero filosofico, personalità di spicco del mondo della cultura internazionale non è più tra noi. Si è spento l’altro ieri notte, a quasi novant’anni, per effetto di una crisi respiratoria dovuta ai postumi di una vecchia caduta. Una caduta banale, accidentale che ha privato non solo la cittadinanza partenopea, ma l’Italia tutta, di un gigante della Cultura.
Un uomo ricco di spirito e forte di carattere, un libero pensatore come pochi. Presidente e fondatore nel 1975 dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – assieme, tra gli altri, ad Elena Croce, figlia di Benedetto – Gerardo Marotta ha combattuto negli ultimi anni con tutte le sue forze per evitare lo sfratto della biblioteca – con oltre 300 testi – da Palazzo Serra di Cassano ad un freddo ed umido deposito di Casoria. Uno spostamento emblema della decadenza culturale e morale del nostro paese. Per aiutare materialmente l’Istituto, la sua creatura, il progetto di una vita intera, vittima della scure della spending review (aveva beneficiato per anni di fondi statali venuti improvvisamente a mancare) l’avvocato aveva venduto tutti gli averi di famiglia, indebitandosi anche di tasca propria. Ma nel nostro Paese, si sa, la cultura non tira.
Non sai mai, dunque, quanto sia importante una persona fin quando non ti lascia per sempre: Napoli, la Napoli intellettuale (e soprattutto quella intellettualmente onesta), realizza in queste ore che è rimasta orfana di uno dei suoi più grandi personaggi, è vero. Ma il suo insegnamento, i suoi valori e – soprattutto – la voglia di credere ancora in una rinascita possibile attraverso la cultura, restano e possono essere considerati un modello, aiutando ad avviare almeno un principio di riflessione in città.
Lui, l’Avvocato, non l’ha mai abbandonata la sua città e non si è mai arreso: l’amava visceralmente, dannandosi per la mancanza di una classe dirigente adeguata e combattendo fermamente per le sue idee. E’veramente riduttivo ingabbiare Partenope soltanto negli stereotipi alla moda di Gomorra (seppur rappresentanti una denuncia di problematiche vere irrisolte, vecchie ed annose) e noi napoletani dovremmo iniziare a riflettere – ritrovando un po’ di amor proprio – sulle nostre origini e sulla forza ed il valore della Cultura. Una città dai mille contrasti, ricca di spiriti giacobini e visionari ancor oggi, che da secoli, rappresenta una delle capitali mondiali del pensiero filosofico. La città natale di Giambattista Vico, Antonio Genovesi, Gaetano Filangieri, Benedetto Croce, Gerardo Marotta, per intenderci.
Domani, per chi vorrà salutare l’ultimo illuminista napoletano, i funerali in forma laica partiranno dal Palazzo Serra di Cassano al Monte di Dio. Le sue ultima volontà: cremazione e, possibilmente, riposo eterno proprio sotto lo stemma dei Serra di Cassano.