Il 7 febbraio, nel Liceo Ettore Majorana di Pozzuoli, si è svolta una conferenza per “ri-cor-dare” gli orrori dell’Olocausto, con un’analisi legata all’attualità (su tematiche immigrazione, omofobia, bullismo e violenza). Gli studenti hanno letto testi di autori ebrei, realizzato cartelloni, plastici (nella foto). L’incontro, moderato dal dirigente scolastico Anna Maria Fazzari, ha visto la partecipazione della scrittrice Loredana De Vita. Riportiamo qui di seguito il resoconto dell’evento:
“Olocausto, dignità e memoria”: è questo il titolo della conferenza che si è tenuta nel Liceo statale “Ettore Majorana” di Pozzuoli il 7 febbraio, in occasione della Giornata della Memoria. L’incontro è stato tenuto dalla scrittrice Loredana De Vita con il suo libro “Altro non siamo che voce” e moderato dalla dirigente scolastica Anna Maria Fazzari, in collaborazione con gli insegnanti di religione cattolica dell’istituto. All’attività hanno partecipato le classi del biennio, sia dell’indirizzo scientifico che artistico. Circa 180 alunni hanno riflettuto sul senso della Memoria e su quello che è accaduto in Europa tra il 1938 e il 27 gennaio 1945, parlando di campi di concentramento, allargando lo sguardo anche sui tanti aspetti della vita di tutti i giorni, legati ad immigrazione, omofobia, bullismo e violenza.
Riprendendo la frase di Primo Levi, “Quelli che non ricordano il passato sono condannati a viverlo”, questo incontro non è stato pensato per spolverare i fatti storici per poi richiuderli in un libro vecchio, ma per “dare vita”, dare memoria. Che lo si voglia o no, questa storia, questa memoria, appartiene a tutti. Lo sforzo che dobbiamo fare è, appunto, quello di ri–cor-dare.
E’ stata soprattutto sottolineata l’importanza del rispetto della dignità della persona: dei bambini, degli adulti, dei giovani, dei ricchi, dei poveri, senza distinzione di razza, di religione. La persona deve essere sempre al centro.
La scrittrice Loredana De Vita, nel suo intervento si è fatta portavoce dell’esperienza di quattro persone ebree – Alberta Levi Temin, Liliana Segre, Shlomo Venezia, Elie Wiesel – che hanno vissuto esperienze diverse ma tutte hanno avuto un unico comun denominatore: la paura di morire. Anche la dirigente scolastica ha sottolineato l’importanza della persona, che deve essere pronta, agendo con coscienza, a fare sempre del bene ed evitare il male.
I ragazzi hanno partecipato attivamente a tale evento attraverso la realizzazione di plastici (nella foto), cartelloni e leggendo testi di autori ebrei che hanno raccontato ciò che è accaduto e che ci si augura non accada mai più. Con l’aiuto di alcuni studenti del triennio è stata, infine, cantata la canzone dei Nomadi: “Bambino nel Vento”.
L’evento si è inserito tra le attività portate avanti dall’Istituto Majorana, liceo inclusivo, che pone ogni alunno al centro delle sfide culturali e sociali, proprio per contribuire alla realizzazione della persona, alla crescita umana e culturale di ogni singolo ragazzo e della sua coscienza.
Carlo Levi scriveva “Il futuro ha un cuore antico”. Ci auguriamo che, solcando la terra della storia, possa riemergere il cuore antico del bene, dell’attenzione al prossimo, della solidarietà, della pace, del rispetto, per essere voce profonda di chi, circa 80 anni fa, voleva risollevare lo sguardo, per poter continuare a vivere e costruirsi il proprio futuro, ma purtroppo non gli è stato permesso!
Luigi Carannante