La celebrazione del sinodo si è conclusa, certo, ma il cantiere resta aperto. Il Papa ha consegnato ai giovani l’esortazione apostolica post sinodale “Christus vivit”. La giornata diocesana di quest’anno, che si svolgerà domenica 16 giugno, alle ore 19, al Villaggio del Fanciullo a Pozzuoli, vuole essere un ripercorrere i contenuti di questo straordinario documento indirizzato ai giovani.
In questo ci aiuterà padre Jean Paul Hernandez gesuita originario della Svizzera e da anni in Italia dove ha vissuto tra Bologna, Roma e Napoli. docente di teologia alla Facoltà Teologica dell’Italia meridionale sezione San Luigi. È stato il coordinatore della Riunione pre-sinodale nell’aprile 2018, con la partecipazione di centinaia di giovani di tutto il mondo. P. Hernandez è anche coordinatore del Progetto apostolico della Provincia Euro-mediterranea dei Gesuiti, responsabile della Comunità Internazionale “Pietre Vive” che offre un percorso di evangelizzazione attraverso l’arte, presente ormai in 30 città europee. Ha scoperto la sua vocazione sacerdotale durante il “Cammino di Santiago” in preparazione alla GMG del 1989. Nel lavoro con gli universitari è nata la proposta degli Esercizi Spirituali nella Vita Ordinaria (EVO). Ha proseguito poi la sua missione a Roma, come Cappellano dell’Università “Sapienza”. Molto attivo nella pastorale giovanile.
Altri ospiti dell’ evento saranno i genitori e il fratello di Carlotta Nobile, giovane beneventana, non estranea ai nostri giovani. La sua vita e la sua testimonianza, sono stati il cuore degli incontri di cresimandinsieme 2018 nelle otto foranie dalla diocesi. Durante i lavori del sinodo è emersa la testimonianza della sua vita.
Nasce a Roma il 20 dicembre 1988, concluderà la sua vita terrena a Benevento il 16 luglio 2013. È nota per la sua testimonianza di coraggio nella lotta contro il cancro e per la profonda esperienza di Fede raggiunta negli ultimi mesi della sua esistenza, conclusasi a soli 24 anni. È stata una storica dell’arte, violinista, scrittrice e blogger italiana. Personalità poliedrica di artista e studiosa, tra i più apprezzati giovani violinisti italiani del suo tempo. La vita di Carlotta ha avuto un epilogo non previsto, misterioso. Ha acquisito, per dono di Dio, una speciale caratteristica di essere “per noi”. Carlotta non era una praticante, non aveva mai aderito ad associazioni, gruppi, movimenti. Faceva parte dell’immensa quantità di persone e di giovani che “sono lontani”. Per lei la fede non faceva parte del quotidiano. Non era contraria. Non si è mai espressa in termini negativi rispetto alla Chiesa. Era esterna, anche se non estranea. Il 13 marzo 2013 Papa Francesco viene eletto. Il 19 marzo si realizza l’insediamento. Il 24 marzo il Pontefice tiene la prima omelia in San Pietro. È la domenica delle Palme, giornata mondiale della Gioventù. Una predica che cambia una vita: quella di Carlotta. Il Papa in quella predica chiede ai giovani di portare la Croce con gioia. “Io sono fiera di poter portare la mia croce a ventiquattro anni, se tu sei con me! Grazie Signore”.
Carlotta allora decide di confessarsi, dopo tanti anni. E scriverà: “E in un attimo capisci che è stato proprio quel cancro a guarirti l’anima, a riportare ordine nella vera essenzialità della tua vita, a ridarti la Fede, la speranza, la fiducia, l’abbandono, la consapevolezza di essere finalmente diventata chi per una vita intera hai fatto di tutto per essere e non eri stata mai: una donna serena! Capisci che è stato il cancro a permetterti finalmente di amare te stessa in un modo incondizionato, con tutti i tuoi pregi e tutti i tuoi limiti, a godere di ogni più piccolo istante, ad assaporare ogni attimo, ogni odore, ogni gusto, ogni sensibilità, ogni parola, ogni condivisione, ogni più piccolo frammento di infinito condensato in un banalissimo e preziosissimo istante. Capisci che è stato il cancro, con il suo tormento, con le sue aggressività, con le sue asprezze a portarti infine la Luce. Tac. E poi la tua vita cambia. Questo è! Ed è un attimo, un attimo che risolve ltutto! Io sono guarita nell’anima. In un istante, in un giorno qualunque, al risveglio da una crisi. Ho riaperto gli occhi ed ero un’altra. E questo è un miracolo”.
don Mario Russo
Direttore Ufficio diocesano per la pastorale giovanile