Chilometri e chilometri di cammino, sole, pioggia, cibo non sempre buono, poca acqua, ritardi, corse, sudore, stanchezza, gioia, preghiera, sorrisi, abbracci, lingue diverse, emozioni, condivisioni, incontro con il Papa, con Cristo, con Dio. Quante parole e quanti aggettivi si possono usare per descrivere una Giornata Mondiale della Gioventù? Tantissimi! Eppure non è mai abbastanza. Anche per descrivere questa trentunesima GMG di Cracovia è difficile trovare parole adatte. Ma è stato proprio un evento speciale. Quanta grazia e quanta speranza! Queste sono le sensazioni che abbiamo percepito. E a scrivere è chi non è partito, ma è rimasto a casa e ha vissuto tutto attraverso i media. Possibile vivere questa esperienza così intensamente anche da casa? Certo non è la stessa cosa, ma volere è potere! Per alcuni giovani è stato così. Se da un lato alcuni impedimenti economici, lavorativi, di salute o di età, non ci hanno permesso di preparare la valigia e partire, dall’altro non hanno ostacolato la nostra voglia di sentirci accanto agli amici partiti per Cracovia.
Sicuramente la delusione di una tale privazione è stata forte, ma con un piccolo gruppo ci siamo riuniti in una casa per essere “spiritualmente” presenti al Campus Misericordiae, seguire insieme questo straordinario evento di comunione e preghiera universale. Eravamo anche noi tra i due milioni di giovani per vivere la veglia, letteralmente catturati dalla carica emotiva delle testimonianze di quattro giovani convertiti, commossi di fronte all’entusiasmo dei nostri fratelli inquadrati dalle telecamere, travolti dalla carica spirituale del messaggio del Papa, che ha esortato alla missione per rendere il mondo migliore e a rispondere con la fraternità a questo momento storico di conflitti, razzismo, terrorismo e odio dilagante. Anche noi ci siamo tenuti per mano, convinti che insieme possiamo diventare ponti umani di comunione con il mondo. Abbiamo rispettato i momenti di silenzio e abbiamo pregato la coroncina della divina misericordia, osservato un momento di silenzio durante l’adorazione, aiutati dalle bellissime immagini del tabernacolo mariano, posto in corrispondenza del petto della retrostante immagine di Gesù Misericordioso.
Anche se lontani, ci siamo sentiti anche noi protagonisti, perché la GMG per i giovani cristiani di tutto il mondo è l’evento tra gli eventi, è la risposta comune ad un invito d’eccezione, è un incontro universale che mobilita alcuni fisicamente, ma che scuote tutti spiritualmente. Questa è stata la nostra GMG di Cracovia vissuta in casa; un’esperienza resa possibile grazie all’attenzione mediatica che essa suscita e ai canali di telecomunicazione moderni.
Seppur vissuta tra le mura di una “chiesa domestica”, seppur pochi, riuniti nel Suo nome, siamo certi di aver assaporato il clima mondiale della GMG. Dal vivo o dalla TV, i brividi sono sicuramente stati gli stessi che hanno scosso i cuori dei due milioni di ragazzi presenti, tutti uniti nel corpo di Cristo. La GMG è anche missione: deve entrare nelle case, negli ospedali, negli oratori, deve arrivare a chi non può muoversi, deve rispondere, ora più che mai, alle opere di misericordia che si concentrano proprio sul “farsi accanto”. Tutti siamo chiamati e tutti, finito l’evento, siamo stati inviati a diffondere la certezza dell’amore di Dio. L’importante è non aver timore, ripensando alle parole dell’omelia del Santo Padre Santo Padre, di domenica 31 luglio, nel Campus Misericordiae di Cracovia: «Potranno ridere di voi, perché credete nella forza mite e umile della misericordia… Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia»”.
Alberto Casertano e Anna Grossi
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(foto di Leopoldo Casertano)
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