Napoli ospiterà martedì 21 gennaio la celebrazione ecumenica nazionale con i responsabili delle Chiese cristiane in Italia. L’appuntamento è alle ore 16.15 nella Chiesa Valdese (via dei Cimbri, 8), Da lì, dopo il saluto di benvenuto, ci si incamminerà verso la Cattedrale, dove alle ore 18 si terrà la Preghiera ecumenica. Porteranno il loro saluto l’arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
All’evento – è indicato su Agensir – parteciperanno: per la Chiesa cattolica, monsignor Derio Olivero; per Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia, il vescovo ausiliare Giorgio Di Krateia; per la Diocesi ortodossa romena d’Italia, p. Gheorghe Militaru, vicario generale; per l’Amministrazione delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa, sacerdote Mikhail Povaliayev; per la Chiesa armena, rev.do Hovig Bsag Tepirjian; per la Chiesa copta di Milano, il vescovo Anba Antonio; per la Chiesa copta di Roma, p. Gabriel Antonio; per la Chiesa serbo ortodossa, p. Dušan Djukanović; per la Chiesa d’Inghilterra in Italia, revd madre Jules Cave Berquist, vicepresidente; per la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, pastore Daniele Garrone, presidente; per la Chiesa evangelica luterana, pastora Kirsten Thiele, vicedecana; per la Chiese evangeliche valdesi, Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese; per la Chiese evangeliche metodiste in Italia, pastore Luca Anziani, presidente; per l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia, Marta D’Auria, vicepresidente; per l’Esercito della Salvezza, maggiore Lidia Bruno; per la Comunione delle Chiese libere, predicatore Antonio Pierri, coordinatore; per la Chiesa della Riconciliazione, pastore Franco Bosio.
Il presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, ha sottolineato l’importanza dell’incontro: «È un bel segno per celebrare i 1700 anni dal Concilio di Nicea, dove la Chiesa indivisa scrisse il Simbolo che ancora dice ciò che ci unisce e a cui tutti facciamo riferimento, definendoci cristiani». Un altro “segno”, per il vescovo, è il fatto che il Messaggio per la Settimana per l’unità dei cristiani di quest’anno ha “tante firme, molte di più del passato”. Si tratta di “un segno per un sogno, che è quello dell’unità nella diversità, di un cammino di fraternità”. «Di questo c’è tanto bisogno – osserva il presidente – soprattutto in un Occidente dove non è più scontato dire il cristianesimo. Dirlo insieme, in modi diversi, è una bella chance per il futuro del cristianesimo, questo è anche un modo per testimoniare la pace e la coesione sociale».
La celebrazione si inserisce nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, il cui tema si ispira al brano del Vangelo di Giovanni: “Credi tu questo?” (Giovanni 11,26). Le preghiere e le riflessioni sono state preparate dai fratelli e dalle sorelle della Comunità monastica di Bose nel nord Italia.