A Quarto il Premio Terra Viva dalla parte della legalità. Riconoscimento anche al vescovo monsignor Gennaro Pascarella





A Quarto si è svolta, lunedì 19 luglio, la cerimonia del Premio nazionale “19 luglio 1992 – Terra Viva dalla parte della legalità”. Un evento organizzato, come ha sottolineato il sindaco di Quarto, Antonio Sabino, «per ricordare il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta. Italiani da ammirare e omaggiare, da prendere ad esempio».

Tra i premiati della IV edizione: Alfonso Barbarano, presidente della Corte di Assise di Appello di Napoli, monsignor Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli e di Ischia, Luigi Ferrucci, presidente della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane (FAI) e il professor Cosimo Orlandino, Maria Di Mauro, sostituto procuratore DDA Napoli, Gianmario Siani, presidente Fondazione Giancarlo Siani, Annamaria Torre, associazione Marcello Torre, Luigi Maiello, Comandante della Polizia Municipale del Comune di Pomigliano d’Arco.

Monsignor Pascarella ha ricevuto il premio per le iniziative realizzate dalla Fondazione Regina Pacis e per il progetto Puteoli Sacra che vede coinvolti giovani e donne dell’istituto penale minorile di Nisida e della Casa circondariale femminile di Pozzuoli.

«Bisogna saper cogliere nel territorio segni di speranza – ha sottolineato il vescovo –, perché spesso emerge solo il negativo e sembra che non ci siano forze vive. Borsellino diceva che il nostro compito, lo è anche come Chiesa, è pedagogico culturale, perché si deve abbandonare la cultura dell’indifferenza e passare a dire “mi importa”, come affermava don Milani. Mi importa di questi problemi, di questo nostro territorio, che l’altro subisca ingiustizia, che il nostro ambiente sia rispettato. E sappiamo che la camorra ha  anche rovinato questo territorio così bello. Così, al centro della Cittadella dell’inclusione c’è la volontà di dire “mi importa anche di quelli che hanno sbagliato”. Deve potersi realizzare un vero recupero. Ringrazio per questo riconoscimento. Io ho messo a disposizione tutto me stesso e ho fornito idee, ma il premio non deve essere destinato a me, ma va a chi nel concreto ha realizzato il progetto e a tutti quelli che collaborano, ai tanti volontari che operano nel Centro Regina Pacis».

Applausi sono stati rivolti a don Gennaro Pagano, direttore del Centro Regina Pacis, presente nell’evento.

 





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