La missione umanitaria partita da Quarto ha raggiunto Bujdour, Sahara
sudoccidentale. L’odontoiatra Giulio Carotenuto, presidente di Aisha foundation, è
alla guida di un gruppo determinato a portare sollievo alle popolazioni che vivono il
disagio del deserto. La missione si dedicherà alle cure odontoiatriche che Giulio ha
già prestato nell’estate scorsa. Questi bambini, infatti, hanno problemi molto
evidenti che ne innescano altri di altro tipo. In arrivo la task force si connette per il
primo incontro istituzionale con la governatrice di questa provincia. Sono forti le
parole che ci ritornano attraverso canali social: «Lottiamo per la nostra
indipendenza, per una giusta causa, per riconquistare la nostra Terra». Sì, perché
quella dei saharawi è una lotta per la libertà, la lotta di un popolo ingiustamente
privato del territorio da un’occupazione militare. Come non esserne coinvolti?
La missione è partita da Quarto sotto l’egida dell’amministrazione guidata dal
sindaco Antonio Sabino che da tempo ha aperto le porte alla solidarietà
internazionale. Ebbene, da due anni è in atto una stretta collaborazione con
l’associazione Bambini senza confini ets che durante l’estate scorsa e quella
precedente ha fruito dell’Albergo Diverso per ospitare un gruppo di bambini
saharawi. Da questa villa sottratta alla criminalità organizzata il Comune sta
rafforzando sempre di più una fitta rete sociale. Il sindaco ha condiviso subito l’idea
dell’ospitalità favorendo lo scambio culturale tra due mondi completamente diversi,
intuendo che la crescita di un territorio si misura nella forza che ha di confrontarsi
con realtà lontane e di creare sinergie sempre più forti. Non a caso Quarto si
prepara all’accoglienza 2024, come annunciato dallo stesso primo cittadino il cui
obiettivo è di creare una città “capitale di solidarietà”, considerate le risposte dei
quartesi. Una operazione anche economica, visto anche il sempre più crescente
interesse delle associazioni di altre località ad investire in un territorio “vivace”
come Quarto.
E in una visione sempre più ampia di crescita è al via il progetto di un teatro
comunale nell’ex cementificio, perché cultura e solidarietà vanno a braccetto, per
recuperare un’area di diciottomila metri quadrati, dove sono stati perpetrati gravi
abusi edilizi. In un’altra villa confiscata, unitamente all’Asl Napoli due nord, sorgerà
un polo di accoglienza per pazienti affetti da disturbi alimentari. Ma non è finita,
perché in un’altra villa confiscata sarà iniziato un progetto pilota nazionale destinato
a donne sottoposte a misure detentive che abbiano figli minori.