Nell’auditorium “Cardinale Alfonso Castaldo” nel Seminario maggiore a Pozzuoli, è stato presentato il volume “Abbiamo creduto all’amore. Lettere pastorali (1999-2023)” del vescovo Gennaro Pascarella (Luciano Editore). Il testo è stato curato da Fabio Cutolo e don Franco Bartolino, con la presentazione del vescovo Carlo Villano, prefazione di Pietro Coda e introduzione di Carmine Matarazzo.
Nell’evento di presentazione a metà maggio, alla presenza di vescovi della Campania, del commissario straordinario del comune di Monte di Procida Giovanni Lucchese e del comandante della polizia municipale montese Nislao Della Ragione, di sacerdoti e fedeli delle Chiese di Pozzuoli, di Ischia e di Ariano Irpino-Lacedonia, è stato illustrato il percorso della programmazione del libro, ricordato nell’intervento iniziale del vicario episcopale per la liturgia della diocesi puteolana, don Franco Bartolino. Il filo conduttore del testo (riflessioni in merito verranno riportate nel sito e nel prossimo numero di SdT) parte dalle parole del vescovo Pascarella: “Credere è essenzialmente credere all’amore di Dio per noi, è accogliere l’amore e rispondervi”.
«Chi si accinge a leggere questo volume – ha sottolineato don Franco – in cui sono raccolte ventidue Lettere pastorali, l’ultima scritta a quattro mani con il vescovo Carlo, si troverà nella stessa condizione di un visitatore in una grande cattedrale: per alcuni sarà una meravigliosa visita a un monumento di sapienza evangelica e umana; per altri, invece, che hanno sfogliato le Lettere magari gustandole per assaggi, susciterà la nostalgia di non averne approfittato del tutto al momento opportuno».
Per altri, ancora, l’assidua frequentazione degli insegnamenti del pastore della Chiesa di Ariano Irpino-Lacedonia prima e delle Chiese di Pozzuoli e di Ischia poi, rinsalderà la coscienza di aver vissuto un momento “magico”, e per tutti sarà la paziente lettura del testo, che andrà fatta passando attraverso il portale della “dimensione contemplativa della vita” e diventerà un emozionante corpo a corpo col tempo.
L’appuntamento annuale con la lettera pastorale era il più atteso e il meglio preparato; anzi, era l’unico a cui il vescovo Gennaro dedicasse un lungo tempo di consultazione e di confronto con i suoi più stretti collaboratori. «Egli portava con sé la bisaccia di tutti i contributi, testi e bibliografie, raccolti dopo aver concepito il tema della lettera».
E così vanno accolte queste Lettere: il cuore di un padre che insegna e si consegna, ma anche di un fratello nel discepolato che desidera condividere la gioia e la fatica di essere uomini secondo il cuore di Dio. «E chi conosce il vescovo Gennaro – scrive ancora don Franco Bartolino – sa bene che la sua premura di pastore è rivolta, con occhio di predilezione, innanzitutto a questa ricerca dell’umanità ferita nei luoghi del cuore, come gli Ospedali, la Casa circondariale femminile di Pozzuoli e l’Istituto Penale per i minorenni di Nisida, dove, senza i filtri delle convenienze e dei rispetti umani, si consuma la battaglia quotidiana della speranza contro la disperazione, della fede contro la delusione, dell’amore contro la paura sempre, però, con uno stile discreto e silenzioso di una carità non esibita e di una benevolenza non ostentata. Una scelta di sobrietà, insomma, anche nell’agire pastorale, trovando un giusto equilibrio tra il comparire e il non esibirsi, per essere persona del cuore libero, che niente e nessuno può comprare».
Raccogliendo queste Lettere pastorali, la Chiesa di Pozzuoli in comunione con le Chiese di Ischia e di Ariano Irpino-Lacedonia, intende custodire una preziosa eredità che e viene affidata e che rende desiderabile vivere da figli di Dio come invito e augurio per una fraternità sempre più preziosa.