Via Fusaro, frazione di Bacoli. Lungo la strada che porta alla Casina Vanvitelliana, edificio che costituisce una delle più raffinate produzioni settecentesche, troviamo diverse attività commerciali. Al civico numero 11, nascosta dietro una salumeria e un negozio di articoli per feste, si trova la chiesa “Maria SS. Annunziata, S. Cristina e S. Giuliana”. Eppure, quell’edificio di culto, costituito da una sorta di capannone molto poco rifinito, rappresenta un punto di riferimento per un territorio decentrato rispetto al centro storico bacolese. Non ci sono locali dove svolgere le normali attività catechistiche, ma nelle ore che abbiamo trascorso con il parroco, c’è stato un via vai di persone che passavano nella chiesa per salutarlo, per chiedere indicazioni o una parola di conforto. Una “casa” aperta, posizionata sulla strada. Alcuni cittadini, volontariamente, sono venuti ad aggiustare un finestrone della chiesa che affaccia sul lago Fusaro, distrutto probabilmente dal forte vento.
La chiesa di S. Cristina e S. Giuliana è parte integrante del territorio. Un appello, infatti, parte dalla comunità parrocchiale, affinché si riesca a realizzare una struttura anche più ampia rispetto a quella attualmente utilizzata, ma non si privi il territorio della presenza del sacerdote.
Da ben 15 anni vi opera don Giorgio Illiano, che il 19 marzo scorso ha festeggiato il ventennale della sua ordinazione sacerdotale. Non essendoci spazi nella sua struttura, realizza il catechismo all’interno della chiesa. Organizza diversi momenti di preghiera e opera in stretta sinergia con i parroci limitrofi, in particolare con la chiesa di sant’Anna, dove i giovani della sua comunità sono perfettamente integrati.
«La maggior parte delle famiglie – ricorda il parroco – sono commercianti. Molte attività sono a conduzione familiare. In un territorio come questo, dove è molto diffuso l’uso di sostanze stupefacenti, la nostra missione principale deve essere quella di dialogare con i giovani. Noi sacerdoti dobbiamo dedicarci soprattutto a loro. Dobbiamo stare vicino e ascoltare chi frequenta le nostre comunità, ma è importante anche uscire dalle nostre chiese».
Proprio nella zona, a gennaio di quest’anno, la Guardia di Finanza aveva scoperto una serra per la coltivazione di marijuana, dotata di tutte le più sofisticate apparecchiature necessarie per la coltivazione intensiva delle piante di canapa indiana, posta incredibilmente all’interno di un sito archeologico denominato “Grotta di Scalandrone”. Alla piantagione, realizzata da due bacolesi, si accedeva tramite un cunicolo.