Allestiti centri di raccolta durante la festa di san Gennaro. L’appello dell’arcivescovo a donare il sangue





Nella solennità di san Gennaro, l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha chiesto che l’olio per la lampada votiva fosse offerto al santo martire dai donatori di sangue, attraverso l’Asl Napoli 1. Per l’occasione saranno allestiti centri di raccolta sangue. L’arcivescovo ha lanciato un appello. Ecco il testo integrale: «Care amiche e cari amici, Napoli viene definita la città dei sangui e il rimando alla sua stessa natura non è sottaciuto da diversi commentatori che vedono un legame fortissimo tra il sangue del martire e il color porpora dei significati propri di appartenenza alla città e alla sua gente: vigore, passione, fantasia color sangue, gente sanguigna che non colma nella moderazione il suo vivere, ma nell’esagerazione, perché il sangue non è acqua. Un segno, quello del sangue, che da secoli conforta e provoca la gente di questa nostra straordinaria terra che in quel sangue ritrova il colore e il calore delle sue radici, della sua appartenenza, del fuoco delle sue viscere, del sacrificio dei suoi martiri, laici e credenti, noti e meno conosciuti, che per Napoli hanno versato il proprio sangue. Eppure, la storia di Napoli, benché gloriosa, sembra essere, più che sanguigna, dissanguata da lotte di liberazione annunciate e mai portate a termine e da progetti ipotizzati e mai realizzati. Più facile aspettare che scorra il sangue di Gennaro, che lasciar scorrere il proprio per restare fedeli all’impegno civile e al rispetto del bene comune. Il sangue tuttavia non è acqua. Scorre ancora per questa nostra terra nell’offerta dei martiri, nella passione dei giusti e scorre purtroppo nell’innocenza tradita da chi, violento, ruba loro la speranza. Ha ragione Enzo Avitabile, poeta ispirato dalle intuizioni teologiche del popolo napoletano a cui ha saputo dare immensa dignità musicale quando, ricordando la devozione al nostro santo patrono Gennaro, dice: “È sangue e non è acqua”.

È sangue e non è acqua quello sparso da Gesù sulla Croce per aprirci le porte di un Regno di giustizia e di pace, in cui la misericordia vince sempre su ogni violenza. È sangue e non è acqua quello versato da Gennaro sulla pietra a fil di spada per annunciare che si può essere forti anche senza violenza e quella forza genera vita e coraggio in coloro che cercano riscatto e dignità. È sangue e non è acqua quello che scorre sui marciapiedi di Napoli per tutte le vittime innocenti della malavita e delle forme di criminalità organizzata.

Ed è sangue e non acqua quello che con gratuita generosità si dona ai fratelli più fragili in tempi in cui si è chiamati tutti a fare la propria parte per dare sostegno e sollievo alle emoteche con la donazione del proprio sangue.

Nelle tante visite ai luoghi di cura del territorio diocesano ho avuto modo di registrare l’emergenza, sempre più grave, di mancanza di sangue e di donatori generosi. Per questo ho voluto che, durante questo tempo delle festività gennariane e oltre, venissero date attenzione ed evidenza a questa criticità, in maniera da sensibilizzare l’opinione pubblica alla donazione di sangue.

Ho chiesto che fossero proprio i donatori di sangue, tramite l’Azienda Sanitaria Napoli 1 Centro, territorialmente competente, a offrire l’olio per la lampada votiva al santo patrono, mentre sarà predisposto, nei giorni dedicati alle celebrazioni per San Gennaro e nei luoghi di festa, un centro di raccolta del sangue.

Donare sangue è un gesto nobile di carità per dire speranza. A Napoli, il colore della speranza ha la densità del rosso di un sangue che può tornare a scorrere nelle arterie di quanti ne hanno, per necessità di vita, davvero bisogno.

Scorra allora il nostro sangue, non per violenza, ma per amore, per giustizia, per la salvezza di quanti grazie ai giusti si nutriranno di futuro.

Il sangue del vescovo Gennaro è sangue vivo, risorto, che sprona al dono di sé fino a dare la vita per amore. Papa Paolo VI, nel lontano 1966, benedì il popolo napoletano con queste parole: “Come questo sangue, che ribolle ad ogni festa, così la fede del popolo di Napoli possa ribollire, rifiorire ed affermarsi”. Vi benedico allo stesso modo».





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