Nel cammino sinodale ci viene offerto lo strumento dell’ascolto e dell’incontro con l’altro. Attraverso l’ascolto, quello pieno e sincero, abbiamo la possibilità di valorizzare il vissuto e l’esperienza di ognuno, di comprenderne difficoltà e “diversità”. Lasciarci toccare dalle storie delle sorelle e dei fratelli è il presupposto necessario per poter attuare un cambiamento, per abbattere i muri, affinché la diversità sia finalmente riconosciuta come una ricchezza, come possibilità di crescita e non più come fonte di discordia. Come Consiglio pastorale parrocchiale e come comunità di S. Maria Immacolata a Fuorigrotta ci siamo interrogati su queste tematiche, guidati dal parroco don Alessandro Scotto. Quanto siamo capaci di “camminare insieme” nella nostra comunità parrocchiale? Quanto si sentono libere le persone di esprimersi, di camminare nella fede, di contribuire alla vita della comunità, anche se hanno percorsi di vita “difficili”, senza essere, rifiutate o giudicate? Lasciamo ai margini gli “ultimi”, gli “esclusi”, o semplicemente chi non la pensa come noi?
Così abbiamo organizzato il “Percorso comunitario sulla Diversità e sull’Accoglienza”, una serie di appuntamenti, aperti a chiunque voglia partecipare, sul tema “Un aiuto che gli sia di fronte (Gen 2,18). Inclusione e valorizzazione delle differenze per uno stile sinodale”.
Primi incontri si sono svolti: lunedì 7 marzo con le suore del PIME Missionarie dell’Immacolata (che hanno portato la loro testimonianza della missione al servizio delle diversità in tutto il mondo) e martedì 29 marzo, con l’intervento dei membri del “Laboratorio diocesano per il Bene Comune”.
Prossimo appuntamento lunedì 9 maggio (ore 19.15) , confronto con la professoressa Donatella Abignente, docente di teologia morale alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sezione San Luigi.
Verranno anche realizzate delle iniziative di carattere più “pratico”, in un’attività interattiva, in modo da “stabilire maggiori legami di amicizia con la società e il mondo” – per usare le parole care al Papa – per essere “una Chiesa che non si separa dalla vita, ma si fa carico delle fragilità e delle povertà del nostro tempo, curando le ferite e risanando i cuori affranti con il balsamo di Dio”.
L’obiettivo sarà quello di organizzare, con cadenza mensile, un pranzo domenicale in parrocchia, in cui la comunità si metterà al servizio di chi ha bisogno: non solo di chi ha una necessità fisica, come la fame o la sete, ma anche di chi ha fame di vicinanza e amicizia.
Riccardo Golia