All’istituto Virgilio di Pozzuoli l’incontro con il vescovo Pascarella tra riflessioni, domande e suggerimenti





Don Milani asseriva che il sapere serve per essere condiviso. Ed è proprio questo il suggerimento nell’intervento del vescovo Gennaro Pascarella in visita pastorale all’Istituto “Virgilio”. L’evento è stato organizzato dal dirigente scolastico Rossella Tenore in sinergia con il gruppo di docenti Andreina Moio, Anna Montalto, Romina Di Pietro, Maria Teresa Moccia Di Fraia e Mariella Labbiento. La kermesse si è svolta nell’auditorium dell’istituto di via Vecchia San Gennaro e ha coinvolto numerose classi. L’inizio è stato movimentato dalla coralità e dalla magia della musica, difatti Sara della 5°A – la classe di Carmine Ruggiero, il giovane che di recente ha perso la vita travolto da un’auto mentre guidava il suo scooter– ha cantato la canzone «A mano a mano» nella versione di Rino Gaetano, dedicandola al compagno, insieme all’intera scolaresca accompagnata dalla professoressa Maddalena Annigliato. Al termine dell’esibizione canora, l’intera sala era commossa, anche per il ricordo accentuato dalle magliette bianche decorate con la foto e la scritta in rosso: «Carmine vive». Una studentessa ha quindi letto la poesia “Trova il tempo” di Madre Teresa di Calcutta, un inno alla vita e all’altruismo e un vero e proprio vademecum per affrontare con coraggio l’esistenza, soprattutto in età giovanile. Prima del dibattitto con i ragazzi, monsignor Pascarella ha chiesto un minuto di silenzio collettivo, in memoria di Carmine, per una riflessione collettiva e silenziosa.

I temi toccati nelle domande sono stati molteplici, però orientati anzitutto su orizzonti attuali e socio-spirituali. Il presule ha narrato pezzi di esperienza vissuta e di fede, così con commossa partecipazione ha ricordato la morte di un giovane sacerdote, racconto che ha profondamente colpito i ragazzi. La fede ci insegna che c’è speranza nelle sofferte vicende esistenziali; inoltre il dolore amplifica la condivisione ecumenica, l’emozione dell’uomo religioso, toccandoci nel profondo. Bisogna ascoltare i giovani, con attenzione e stima, poiché le generazioni d’oggi hanno il futuro davanti, sensibilizzandole verso la costruzione di una società migliore, fatta di accoglienza, rispetto e proiezione verso l’altro. «Rimembro con gioia – dice il vescovo – i momenti trascorsi a pregare con la bellezza della natura». Così in un’atmosfera particolare, quasi agreste, arriva la ricetta per la felicità: farsi prendere dall’universo, dal paesaggio naturale, avvertendo la percezione di sé stessi, all’unisono con Dio.

Federica Nerini





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