Campagna “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. A fianco dei ministri di Dio più minacciati





Padre John Gbakaan, parroco di Sant’Antonio di Gulu, nella diocesi nigeriana di Minna, è stato rapito il 15 gennaio scorso e poi brutalmente assassinato a colpi di machete. Il corpo senza vita di Padre Rodrigue Sanon, parroco nella diocesi di Banfora in Burkina Faso, è stato ritrovato il 21 gennaio scorso a tre giorni dal sequestro i cui autori, secondo fonti locali, sarebbero vicini ai militanti islamisti. Il successivo 24 gennaio Don Rene Regalado è stato assassinato nei pressi del monastero carmelitano di Malaybalay, nelle Filippine. Non sono titoli di cronaca nera bensì un estratto del tragico bollettino, nel solo scorso gennaio, delle vittime appartenenti al clero delle comunità cristiane minacciate in questi tre Paesi, inclusi da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) nella lista delle venti nazioni più rischiose per i nostri fratelli nella fede. 

Gli ostacoli all’evangelizzazione sono molteplici, e non provengono solo dalla persecuzione o dalla criminalità. Facciamo qualche altro esempio concreto. 

La diocesi di Tezpur si trova nello stato indiano nord-orientale dell’Assam. I circa 195.000 cattolici locali rappresentano una piccolissima minoranza tra gli 84 milioni di abitanti. Le famiglie vivono in piccole capanne in condizioni igieniche precarie. I sacerdoti cattolici annunciano loro la Buona Novella, ben accolta da molti. Dato che anche la diocesi è molto povera il vescovo Michael Akasius Toppo si è rivolto ad ACS: «Stiamo cercando di portare il messaggio redentore di Cristo ma abbiamo bisogno di una mano. Confido nella vostra generosità, e vi chiedo offerte per la celebrazione di Messe. I nostri sacerdoti saranno per sempre grati e ricorderanno i benefattori sull’altare».

Molte richieste ci giungono anche dall’Africa. Don Henry Saileri Mauawa, ad esempio, è un insegnante del seminario di San Kizito, in Malawi. «Le scuole sono state chiuse il 23 marzo 2020 a causa della diffusione del coronavirus» e ciò, prosegue, «è stato un duro colpo perché ha fatto scomparire il piccolo sostegno per noi sacerdoti in servizio nel seminario». Anche per loro le offerte per la celebrazione di Messe sono essenziali. Mons. Richard Kitengie, amministratore diocesano di Kabinda nella Repubblica Democratica del Congo, ci ha scritto che «con le ultime misure assunte per limitare la diffusione del Covid-19 i nostri sacerdoti che vivono essenzialmente grazie alle offerte domenicali stanno sperimentando grandi difficoltà e non sono più in grado di far fronte ai propri bisogni primari». Per questo motivo le offerte per la celebrazione di Messe secondo le intenzioni dei benefattori «vengono accolte come un intervento celeste», come uno «strumento della Provvidenza». 

Non può mancare una voce dal martoriato Medio Oriente. Fra le tante abbiamo scelto quella di monsignor Denis Antoine Chahda, arcivescovo di Aleppo in Siria: «Nel corso delle nostre numerose visite in diverse nazioni del mondo abbiamo visto di persona quanti stanno contribuendo a salvare migliaia di persone attraverso le loro semplici donazioni». Non solo grandi e facoltosi donatori ma anche «lavoratori, impiegati e anche persone con reddito molto basso», tutti accomunati da un sentimento: «Loro avvertono quanto sta accadendo in Paesi che sono sotto il peso della guerra e che sperimentano la carestia», racconta il prelato. Anche per i sacerdoti siriani le offerte per Messe sono fondamentali.

Nel corso del 2020 i benefattori di ACS hanno donato generosamente consentendo la celebrazione di 1.782.097 Messe in tutto il mondo. Le offerte hanno complessivamente sostenuto 45.655 sacerdoti e molto spesso anche i fedeli più poveri che ordinariamente si rivolgono a loro.

Per contribuire a questa grande comunità di fede e carità cristiane, per essere concretamente a fianco dei ministri di Dio più minacciati, si può utilizzare il materiale di Aiuto alla Chiesa che Soffre che viene distribuito insieme al giornale Segni dei tempi (e che si può richiedere a redazione@segnideitempi.it). Nessuna persecuzione, nessuna carestia potranno fermare l’azione apostolica della Chiesa se, con l’aiuto della Provvidenza, la nostra concreta solidarietà sosterrà lo sforzo di tanti eroici ministri di Dio.

Massimiliano Tubani





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