In estate diventa sempre più frequente il posizionarsi sul Mediterraneo per più giorni del bollente e umido anticiclone africano, il vero responsabile delle ondate di calore in Italia. Il caldo mette alla prova anche gli animali e i problemi principali si riscontrano negli allevamenti di mucche, maiali e galline. Nelle stalle scattano le misure anti afa, gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo ed entrano in funzione ventilatori, doccette e condizionatori. Una mucca arriva a bere con le temperature alte fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 100 dei periodi più freschi. La temperatura ideale per le mucche oscilla fra i 22 e i 24°C, ma oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. I condizionatori nelle stalle dei maiali lavorano a pieno ritmo solo quando le temperature superino la soglia dei 28°C, oltre la quale cominciano a soffrire e a mangiare fino al 40% in meno della razione giornaliera. I picchi di caldo creano problemi anche alle galline che fanno meno uova e anticipano la muta per colpa dello stress da afa. Nei pollai si registra un calo fra il 5 al 10% nella deposizione delle uova. La situazione diventa preoccupante soprattutto nelle aree della pianura padana dove si concentra il maggior numero di stalle e di allevamenti di galline. Da qui l’aumento dei costi per la minore produzione di latte e di uova e per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.