Convegno Giornalismo e Chiesa. La sapienza del cuore nella… macchina





«Ritengo che il vero pericolo, in tema di intelligenza artificiale, sia la sempre più crescente divaricazione tra l’uomo che va sempre più avanti nello sviluppo e nel progresso scientifico senza che la coscienza umana compia simmetricamente lo stesso cammino. Il progresso presuppone una coscienza umana progredita, sviluppata e matura che non sempre c’è». Monsignor Antonio Di Donna, presidente della Conferenza Episcopale Campana, apre con questo allarme il convegno che si è svolto a giugno a Pompei proprio sul tema del “Giornalismo e Chiesa alla prova dell’intelligenza artificiale e della deontologia professionale”. Convegno organizzato dal settore comunicazioni sociali con il patrocinio dell’Ordine giornalisti della Campania, dell’Ucsi (stampa cattolica) e della Federazione dei settimanali cattolici. Dopo l’introduzione di Massimo La Corte e Grazia Biasi è intervenuto il presidente dell’Ucsi Campania, Guido Pocobelli, capo redattore Rai, sottolineando «l’obbligo deontologico dei giornalisti di verificare sempre le notizie a tutto campo, anche nell’utilizzazione dell’intelligenza artificiale… Ciò che mi preoccupa, infatti non è l’intelligenza artificiale ma la stupidità naturale». Un dibattito che si è svolto nell’ampia sala della Conferenza Episcopale Campana dove era allestita una vasta selezione dei giornali cattolici di tutta Italia. Continui i richiami al recente messaggio di Papa Francesco: «L’intelligenza artificiale si coniughi alla sapienza del cuore».                                                                                                                                                     Il Papa ha invitato a riflettere sull’uso dell’intelligenza artificiale che «potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo ma, al contrario, lo affiancherà, se valorizzerà la professionalità della comunicazione».                                                                                                Durante il dibattito Fabio Bolzetta ha elencato alcuni dati, anche sorprendenti, rivelando che sono oltre sedicimila i siti web cattolici. Mentre il friulano Mauro Ungaro, presidente della federazione settimanali cattolici, ha insistito sulle necessità di «abbattere lo sbarramento tra intelligenza artificiale e testate giornalistiche diocesane». Particolarmente apprezzato, poi, l’intervento di Gigio Rancilio di Avvenire. Un convegno deontologico chiuso da monsignor Antonio De Luca, delegato Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Campana: «Per utilizzare correttamente questo strumento è necessario fornire l’intelligenza artificiale delle giuste indicazioni».





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