Dal campo missionario in Albania, un’occasione di carità per giovani da Pozzuoli e Ischia





Un gruppo di 23 giovani della diocesi di Pozzuoli, insieme ad un seminarista della diocesi di Ischia, sta vivendo un periodo di servizio in Albania, dal 20 al 28 luglio, nel villaggio Boriç-Vrake, della Congregazione dei padri Dehoniani.

Prima della partenza, il vescovo Carlo Villano ha consegnato una croce, affidando loro il mandato missionario in un incontro che si è svolto nella chiesa Gesù Divino Maestro a Quarto. Il vescovo ha elogiato la disponibilità e la generosità nel mettersi in cammino verso una terra straniera per vivere un’occasione di carità verso i fanciulli, i disabili e le famiglie povere.

Il gruppo è accompagnato da responsabili della diocesi di Pozzuoli, dal direttore della pastorale giovanile don Enzo Cimarelli, dal direttore della pastorale missionaria don Pasquale Mancuso, e dal direttore della Caritas diocesana padre Giuseppe Carulli. I partecipanti al viaggio provengono da otto parrocchie: Medaglia Miracolosa e Santi Apostoli Pietro e Paolo di Soccavo, San Lorenzo di Pianura, San Giuseppe Calasanzio di Fuorigrotta, San Gennaro di Pozzuoli, San Giuseppe e Madonna di Loreto e Santa Maria Assunta in Cielo di Monte di Procida, Santa Maria del Buon Consiglio di Torregaveta. Presente anche il seminarista Ivan Aiello della diocesi di Ischia.

Come riferito dagli organizzatori, sono momenti d’intensa spiritualità, di fede vissuta in gruppo. Una grande opportunità di confronto con altre culture, dedicata a chi ha scelto di mettersi in gioco in prima persona, al servizio dei più poveri.

Dalla pagina facebook estraiamo un primo resoconto di questa esperienza: «Siamo in Albania da tre giorni, durante i quali abbiamo cominciato a immergerci in questa realtà così vicina ma, al contempo, tanto lontana da noi. Vicina, perché, ritardi permettendo, dista solo un’ora di volo; lontana per motivi storici e sociali che non è possibile approfondire in poche righe.

Quando siamo arrivati (sabato), abbiamo subito visitato il Castello di Fushe Krya una città fortificata del 15^ secolo D.C. che ospita il museo di Gjergj kastrioti Skanderbeg, eroe nazionale dell’Albania, il quale ha combattuto contro i turchi impedendo loro di rompere la linea mediterranea invadendo l’Europa.

Domenica il nostro cammino in Albania è proseguito sui passi dei martiri. Persone che nei tempi bui delle varie dittature che hanno afflitto questa terra non hanno rinunciato alla propria fede al grido di “viva l’Albania, viva Cristo re”. Nella Cattedrale di Scutari abbiamo avuto modo di conoscere i volti e i nomi di 37 uomini e 1 donna uccisi per la propria fede in Dio. Il desiderio di questi cristiani è stato comunicare con la propria vita la libertà che Dio concede ai suoi figli.

Lunedì il nostro servizio si è intensificato nelle varie realtà qui presenti: l’Oratorio che ci ha visto coinvolti nella gioia con i bambini di “estate ragazzi”; la visita alle famiglie che ci ha fatto percepire la fede genuina delle famiglie con cui condividiamo un po’ del nostro tempo; e il servizio presso la Casa delle Suore di Madre Teresa di Calcutta: una bella prova fisica e psicologica con le persone che vivono in questo luogo.

Nella condivisione serale mettiamo in comune le emozioni e i sentimenti che gli incontri hanno lasciato in noi, i giochi dei bambini che con il loro entusiasmo contagioso hanno permesso di superare la barriera della lingua; l’accoglienza generosa delle famiglie che attendevano la benedizione del sacerdote; l’amore oltre ogni misura delle Suore Missionarie della carità che donano conforto, sollievo, aiuto, speranza verso ogni tipo di sofferenza. Un tempo forte perché autentico, ricco di vita che in Dio è amore anche nelle prove. Dio si sta mostrando a noi nella genuinità di ogni uomo e donna, bambino e bambina che vive la sua quotidianità in questa terra: non possiamo che renderGli grazie per tutto questo e per tutto ciò che ci riserverà nei prossimi giorni».

Particolarmente energico e simpatico il video realizzato dai giovani: “E’ ovvio che…”

Articolo pubblicato su Kaire

 

 

 

 

 

 

 

 





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