Il Laboratorio diocesano per il Bene Comune prosegue nella campagna di sensibilizzazione per la difesa e la salvaguardia del Creato, affinché ci sia davvero un’assunzione di responsabilità da parte della politica ma anche di ogni cittadino, per essere “custodi amorevoli della casa comune” e non solo severi ma distaccati guardiani. Questo il tema che ha caratterizzato la serie di incontri e dibattiti organizzati dalla Conferenza episcopale della Campania (l’ultimo si è svolto a Caserta nel mese di settembre), come sottolineato in questo articolo di Luigi Di Meo.
“Viaggiatori sulla terra… per scoprire la carezza di Dio”
Sabato 23 Settembre nella elegante cornice del teatro Comunale di Caserta si è aperta con un incontro e dibattito la IV Giornata Regionale per la custodia del Creato, organizzato dalla conferenza episcopale campana. Ultimo appuntamento di questa serie di convegni che pur da diverse prospettive di analisi avevano come tema comune il nostro rapporto con la nostra casa comune, e la nostra minore o maggiore assunzione di responsabilità verso di essa come Custodi amorevoli e non come severi ma distaccati guardiani.
Il tema generale, seppur ormai da decenni conclamato come uno delle problematiche più pressanti della nostra tormentata modernità, risulta ancora da approfondire e metabolizzare completamente.
Non mancano nel nostro sistema globale larghe fasce di potentati politici ed economici che si ostinano ancora a sottovalutare e accantonare questa grave emergenza, proiettati come sono in una progressiva corsa per la supremazia mondiale nella produzione capitalistica. Nel contempo invece vi è la sempre maggiore consapevolezza a tutti i livelli e latitudini della difficile sostenibilità di questo paradigma attuale di un capitalismo fin troppo maturo con la difesa delle risorse naturali non certamente infinite e anche della non equa ridistribuzione dei frutti di tale sistema produttivo, che penalizza proprio le stesse regioni geografiche nelle quali invece avviene lo spreco maggiore di risorse. Fondamentale che tali tematiche vengano fortemente prese in carico anche dalla Chiesa, la quale – nelle pulsioni e stimoli decisivi del Concilio Vaticano – ha assunto il compito di uscire dalla quattro mura delle parrocchie per addentrarsi criticamente e costruttivamente nel territorio sociale e geografico.
Il tutto per evitare il rischio sempre più reale di risultare obsoleti e poco efficaci in una società che invece chiede e invoca nuovi valori al posto di quelli smarriti e nuove soluzioni al posto di quelle inefficaci proposte dalla attuale politica. Quasi conseguenziale che tali sollecitazioni e provocazioni partano dalla Chiesa della nostra regione, che più di ogni altra sta pagando a caro prezzo la disonestà di tanti suoi figli, che hanno svenduto la loro stessa casa per interessi particolari e come pescatori di frodo non hanno minimamente pensato al danno irreversibile che producevano pur di accelerare il conseguimento di profitti illegali. La nostra regione paga anche assurdamente in termini di credibilità e di rispetto, soffocata e vilipesa oltre i suoi reali demeriti da questa accezione di terra ormai bruciata e resa sterile, come se non ci fosse per lei un futuro, mentre invece essa mostra vividi segnali di positività, uno dei quali proprio in questa voglia di incontrarsi e di discutere del proprio destino futuro.
Il filo conduttore e tutolo di questo incontro era “Viaggiatori sulla terra…per scoprire la carezza di Dio” a voler analizzare in maniera molto varia questa nostra dimensione esistenziale sia diacronica che sincronica di persone che si muovono nel tempo e nello spazio donato loro da Dio per godere di tale unica e meravigliosa occasione della vita terrena. E’ una sorta di continua esplorazione come ampiamente sottolineato dai relatori che ha come scopo di godere ampiamente della bellezza della natura e dei frutti che essa ci regala per la nostra sopravvivenza. E’ anche come ribadito nella stessa occasione il dovere e il diritto di conoscere l’altro, le diverse relazioni dell’individuo e dei gruppi col proprio ambiente, le differenti culture e il loro modo di risolvere le problematiche esistenziali e non solo per curiosità e piacere di sapere ma per arricchire la propria sfera di comprensione e quindi essere poi più adatti a gestire le proprie di problematiche a infatti proprio a sostegno di tale configurazione è stato citato il modello storico del “grande viaggio” quello i rampolli delle classi dominanti compivano non per mero diletto ma per capire e comprendere e diventare più ricchi di prospettive logiche per poi essere capaci di amministrare e governare con mente più aperta. Nuovo modello da contrapporre all’archetipo mitologico del viaggio odisseiano che vedeva l’uomo mettere in gioco il suo destino nell’affrontare le oscurità di un mondo sempre buio e denso di pericoli.
Anche chi del laboratorio del bene comune ha avuto la fortuna di essere presente a tale convegno è stato a suo modo breve ma attento viaggiatore quando nel tragitto per arrivare al teatro ha visto e notato un grande e amorevole decoro nella strada non certo infuocata e degradata della bella città campana. Efficienti e gradevoli strutture architettoniche a rendere ancora più bella una via elegante e pulita e grande rispetto della gente verso il bene pubblico a dimostrazione che quando vi è cura e rispetto, quando vi è il buono e l’onesto non vi può essere che bellezza.
Vero parterre de roi sul palcoscenico a deliziare e intrigare con i loro interventi un pubblico attento ed interessato e a tratti veramente estasiato dai contenuti espressi.
Presenti tanti esponenti del mondo politico, ecclesiastico, e intellettuale del territorio. A cominciare dal primo cittadino della città ospitante che ha esternato sia la soddisfazione per rendere la sua citta protagonista in tali iniziative, sia la disponibilità per il futuro a rendersi disponibile per rendere prassi tali teorie e quanto da noi visto conferma già questa volontà politica. Esponenti del mondo ecclesiale hanno magnificato la volontà di impegno comune con le altre forze sociali e confermato il sempre loro maggior coinvolgimento anche sulla linea direttiva del nostro papa Francesco che ha accelerato in maniera significativa con la “laudato sii” quanto già professato dalla chiesa. Rappresentanti del mondo accademico ci hanno entusiasmato con le loro analisi che partivano da diversi spunti per arrivare tutti al concetto generale di massima dignità dell’individuo visto come Persona completa solo nell’accettazione responsabile del suo compito si guardiano del Creato, unico contesto nel qual può realizzare l’uomo puo realizzare concretamente le sue potenzialità e sprigionare la sua creatività.
Non sono nemmeno mancate le doverose analisi quantitative dei tecnici presenti che snocciolando numeri e dati che hanno reso palpabile con mani la realtà sempre più difficile e problematica del nostro rapporto con l’ambiente.
Noi del Laboratorio del bene comune della Diocesi di Pozzuoli ci siamo abbondantemente abbeverati a tutte le fonti sperando di riportare tali sollecitazioni nell’ambito della nostra missione divulgativa.
Luigi Di Meo
(nella foto il vesuvio in fiamme, estate 2017)