Dopo quarant’anni dalla più grande mobilitazione giovanile che attraversò il Mezzogiorno dopo il Sessantotto (il 17 dicembre 1982 diecimila ragazzi in marcia “occuparono” Ottaviano, il regno del boss Raffaele Cutolo, guidati dal vescovo “don Antonio Riboldi”, come amava familiarmente farsi chiamare), è stato realizzato il 20 aprile, nell’auditorium “Cardinale A. Castaldo”, un convegno per riflettere, a partire dal libro Il coraggio tradito del giornalista Pietro Perone, su “quanto di quel coraggio che insegnò a più generazioni è stato onorato nelle pratiche quotidiane e nelle scelte istituzionali”. L’incontro è stato organizzato dalle testate Segni dei Tempi e Kaire, insieme agli Uffici diocesani per la Pastorale Sociale, del Lavoro, Giustizia e Pace di Pozzuoli e di Ischia, con il patrocinio dell’Ucsi Campania. Oltre 200 partecipanti, con la presenza di studenti dei Licei puteolani Virgilio, Majorana, Falcone e rappresentanti di organizzazioni del Terzo Settore.
Nel testo di Perone, a cento anni dalla nascita di questo grande uomo di Chiesa, vengono ripercorse le tappe essenziali dell’impegno per la legalità e la dignità umana di un profeta in senso biblico, perché ha dato speranza a un popolo, aiutandolo ad alzare la testa. La sua lotta avviò una presa di coscienza indispensabile per i successi giudiziari contro la camorra, ma restò anche, in parte, inascoltata. Voleva una riforma del vivere civile di Napoli, di tutta la Campania e del Mezzogiorno. E questa non è ancora venuta. Un libro per conoscere un eroe del passato, ma anche per scoprire quanto resta ancora da fare, come sottolineato dall’autore, che ha risposto a numerose domande e riflessioni presentate dagli studenti, giunti all’incontro dopo aver effettuato un approfondimento del testo, leggendolo e analizzando video con interviste di don Riboldi, guidati dagli insegnanti che erano presenti nel convegno (in particolare grazie all’azione di coordinamento da parte di don Elio Santaniello e Andreina Moio). All’inizio dei lavori, un ringraziamento particolare per questo intenso lavoro è stato rivolto a tutti i professori coinvolti, ai ragazzi e ai dirigenti scolastici, da parte del moderatore dell’incontro, Carlo Lettieri, addetto stampa della diocesi e dal vescovo ausiliare di Pozzuoli, monsignor Carlo Villano che ha aperto il convegno. «Quando affermiamo di essere contro la camorra e l’illegalità – ha sottolineato il presule – lo dobbiamo dire concretamente con i gesti della nostra vita. Dobbiamo dire no alla violenza, dobbiamo dire no quando conosciamo situazioni d’ingiustizia; se voltiamo il capo da un’altra parte, stiamo tradendo il coraggio di don Riboldi. Si va contro queste dichiarazioni, ogni volta che ci si compromette con situazioni che non sono legali, anche nelle piccole cose, come andare in moto senza casco. Con le piccole illegalità alimentiamo chi non ci vuole bene e non ci permette di vivere come nel resto del Paese». Recentemente, insieme al vescovo Pascarella hanno rilanciato un forte appello a dire “no alla sopraffazione”: «Al nostro popolo, al popolo che vive con noi le ansie e le sfide del nostro territorio supplichiamo di non arrendersi, di non assuefarsi alla violenza. Da questo cancro, da questa criminalità organizzata, che mina e uccide le coscienze e la nostra società, noi vogliamo liberarci».
Alla presenza del sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, durante l’incontro sono state presentate diverse testimonianze d’impegno per la promozione della cultura della legalità, a partire dal ricordo della figura di Giancarlo Siani, di cui ha parlato con commozione il fratello Paolo, che ha ringraziato le forze dell’ordine e gli insegnanti per il loro impegno quotidiano.
Significativo l’intervento del capitano Marco Liguori, del Comando Carabinieri di Pozzuoli, che ha ricordato i passi avanti compiuti in questi anni nella lotta alla mafia, grazie ai numerosi arresti di personaggi di spicco delle organizzazioni criminali. «Ognuno deve fare la propria parte. Il “silenzio” uccide le idee – ha sottolineato il capitano – e non ci permette di affrontare questa tematica, di comprenderla e studiarla. Se 40 anni fa era importante parlarne, adesso è fondamentale parlarne con consapevolezza». Agli studenti e ai loro docenti è stato presentato un form tramite il quale vengono poste alcune domande per analizzare la percezione del fenomeno criminale. Entro il 20 maggio verranno raccolte le risposte e saranno forniti poi i risultati emersi.
Anche il vice questore Ludovica Carpino, del Commissariato P.S. di Pozzuoli, ha ribadito l’invito a riflettere sull’importanza del contributo di ogni cittadino per lo sviluppo e la rinascita del territorio, in particolare in un’area, come i Campi Flegrei, che risulta ricca di bellezze artistiche e naturali da valorizzare e far conoscere. Carpino ha ricordato che è possibile scaricare l’app Youpol della polizia di stato, uno strumento utile e valido per segnalare, anche in modo anonimo, eventuali criticità. Apprezzati i contributi dei rappresentanti della Polizia di Stato e di realtà diocesane di Ischia, con Marianna Sasso dell’ufficio pastorale sociale, il vice questore Ciro Re e il vice ispettore Maurizio Pinto.
Durante il convegno e nel periodo di preparazione all’incontro, un ruolo fondamentale è stato svolto dai docenti: Andreina Moio, Gabrielle Borriello e Emanuela Russo del Liceo Virgilio, guidato dalla dirigente Stefania Putzu; don Elio Santaniello, Carmen Valente, Mariella Ascolese e Luigi Carannante del Liceo Majorana, guidato dalla dirigente Elena Manto; Rossella Marra e Carmela Cedro dell’Isis Falcone, guidato da Rossella Tenore. Nella mattinata è intervenuto anche il referente dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale della diocesi di Pozzuoli, Gennaro Campanile.
All’incontro hanno aderito numerose organizzazioni del Terzo Settore, tra le quali la Fondazione nazionale degli Studi Tonioliani, le cooperative sociali Ifocs e Vento del Sud, le associazioni Nemea, Cittadinanzattiva Napoli Ovest, Csi Pozzuoli, Ascam, La Roccia, Spazio Smile, Prometeo, Masci Napoli 8. Presenti con la delegazione di Ischia, Annalisa Leo di Raggio di Luce e Vincenzo D’Acunto di Itinerari. Il rinfresco e la segreteria sono stati organizzati dal Centro Arcobaleno di Fuorigrotta.
Particolarmente legato a don Riboldi, il vescovo di Pozzuoli e di Ischia, monsignor Gennaro Pascarella, che ne è stato collaboratore per quasi vent’anni, come raccontato in conclusione della mattinata, sollecitato da diverse domande poste dagli studenti. Il vescovo ha ricordato anche le figure di Madre Teresa di Calcutta e di don Pino Puglisi, facendo proprio un suo appello alla responsabilità dei singoli, “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto”. Occorre partire dall’impegno personale quotidiano in famiglia o in classe, nel lavoro, con gli amici, nel “presente” per costruire un futuro migliore.
Sulla scia dell’incontro, sarà inserito a breve nel sito un form per raccogliere ulteriori domande, riflessioni e proposte concrete, soprattutto da parte dei giovani.