Il relitto della motonave ‘Sassari Primo’, incagliata nella rada del porto di Baia da oltre 33 anni, è stato rimosso.
La conclusione delle operazioni di rimozione dello scafo, che stazionava nello specchio d’acqua dinanzi il Castello Aragonese di Baia, nell’ambito del “Parco Archeologico sommerso di Baia”, è stata data dall’ammiraglio Arturo Faraone, che ha coordinato l’intervento insieme al comandante Antonio Visone. «È stato finalmente restituito alla fruibilità del territorio un angolo stupendo del paesaggio. Si è trattato di una operazione di squadra condotta dalla Guardia Costiera in sinergia con Arpac, Università Parthenope e impresa demolitrice. Si è riusciti a togliere una bruttura, che pastoie burocratiche hanno bloccato per moltissimo tempo».
I lavori di rimozione sono costati 140mila euro e sono stati eseguiti dall’impresa DNB, che si è aggiudicata la gara europea indetta per l’esecuzione delle operazioni. I lavori sono stati svolti in quattordici giorni e lo scafo del relitto è stato rimorchiato, una volta alleggerito delle strutture superiori, nei cantieri di Baia della Fiart, dove proseguiranno le opere di smantellamento finali. «Il trasporto del relitto e le stesse operazioni di rimozione – ha riferito il consulente tecnico, professor Scamardella – sono state facilitate dalla tenuta strutturale dello scafo, nonostante i tanti anni in cui era rimasto immerso». La storia della ‘Sassari Primo’ comincia nel 1985, bloccata nella rada di Baia in seguito ad un sequestro, si arenò nello specchio d’acqua di Punta Epitaffio dopo una forte mareggiata. Per questioni di sicurezza e navigazione, dopo qualche anno fu rimorchiata e spostata nei pressi del Castello di Baia, in attesa dello smantellamento, non realizzato per problemi burocratici, nonostante numerose sollecitazioni di associazioni ed enti istituzionali. Smantellamento che finalmente si è realizzato in questi giorni grazie all’ammiraglio Arturo Faraone.
Silvia Moio