«Questa è la grandezza dell’Impero Romano: costruire per l’eternità». Le parole dello storico Edward Gibbon trovano piena conferma nell’Arco Felice Vecchio, maestosa porta d’accesso all’antica città di Cuma. Da dicembre, grazie a un innovativo sistema di illuminazione a Led colorati, il monumento è tornato a risplendere, proiettando la sua storia millenaria verso nuove prospettive culturali e turistiche.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra le amministrazioni comunali di Pozzuoli e Bacoli e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli. Alla cerimonia inaugurale erano presenti i sindaci Luigi Manzoni e Josi Gerardo Della Ragione, insieme al soprintendente Mariano Nuzzo e numerosi cittadini che hanno immortalato il monumento illuminato in scatti memorabili, subito condivisi sul web.
«Restituire luce a questo monumento – dichiara il sindaco di Pozzuoli – significa non solo valorizzare il nostro patrimonio storico, ma anche creare un punto di riferimento per le future generazioni». Gli fa eco il sindaco di Bacoli: «L’Arco Felice Vecchio rappresenta il ponte ideale tra la nostra storia millenaria e le sfide del futuro. Diventerà un simbolo identitario per i giovani e un elemento chiave per la promozione turistica».
Costruito nel 95 d.C. sotto l’imperatore Domiziano, l’Arco, con i suoi 20 metri di altezza, 6 metri di lunghezza e la struttura in blocchi di tufo e laterizi, dominava la via Domitiana che collegava Napoli a Roma. Per costruirlo romani allargarono la gola che divideva a metà la collina di Monte Grillo, scavata secoli prima ad opera dei Greci. In pratica, uno straordinario esempio di ingegneria che, con un fornice unico e i pilastri decorati, all’epoca rappresentava contemporaneamente una porta urbana, un arco trionfale e parte del sistema difensivo della città di Cuma.
Il nuovo sistema di illuminazione non solo valorizza ogni dettaglio architettonico, ma crea anche un’atmosfera suggestiva che permette ai visitatori di ammirare il monumento pure di notte. Le luci colorate sono programmate in base alle festività e agli eventi locali, rendendo l’Arco un simbolo vivo e partecipato dalla comunità.
L’illuminazione del monumento archeologico flegreo rappresenta solo il primo passo di un progetto più ampio che mira a fare dell’Arco Felice Vecchio un punto di riferimento culturale e turistico.
Tra le prospettive future, infatti, vi è la volontà di coinvolgere le scuole locali in percorsi didattici che aiutino i giovani a riscoprire le radici del proprio territorio. «L’identità – ribadisce Della Ragione – nasce dalla conoscenza della propria storia. Vogliamo che l’Arco diventi un simbolo di orgoglio per i ragazzi».
Non mancheranno iniziative di promozione turistica, con l’Arco inserito nei percorsi guidati dei Campi Flegrei e nei pacchetti proposti dai tour operator. L’obiettivo è di trasformarlo in una tappa imperdibile per i visitatori, rafforzando il ruolo della zona come destinazione culturale di rilievo.
Infine, si prevede che la valorizzazione dell’Arco faccia da apripista ad altri progetti di recupero e illuminazione di siti archeologici flegrei, creando una rete di bellezze storiche fruibili anche di notte.
Oltre al suo valore storico, l’Arco Felice Vecchio è avvolto da un’aura romantica. Secondo una leggenda locale, baciarsi sotto l’Arco garantirebbe felicità eterna agli innamorati. Questa tradizione potrebbe essere promossa con eventi dedicati, come cerimonie simboliche per coppie e iniziative legate a San Valentino.
L’Arco Felice Vecchio, costruito per durare nei secoli, dunque, oggi si rinnova grazie alla luce, un simbolo che racconta di un’identità forte e condivisa, pronta a essere riscoperta e valorizzata dalle nuove generazioni.
Come disse una volta un visitatore affascinato dai Campi Flegrei: «Non esiste futuro senza un passato che illumina la strada».