A Fuorigrotta un medico a misura di famiglia, con l’associazione Città di Pulcinella





C’era una volta un medico di famiglia come quelli di una volta, che prima di prescriverti un’indagine strumentale, e mentre ti visitavano, si interessavano anche di te come persona. Ciro Brancati è uno così. A via Consalvo accompagna tante famiglie e lo fa a modo suo. Un modo che dovrebbe essere semplicemente naturale. «L’Organizzazione mondiale della Sanità è chiara nel definire la salute non nell’assenza di malattia – esordisce subito netto – ma nel vivere dignitosamente la propria vita. Diversi studi dimostrano che il Sistema Sanitario di un Paese, buono o cattivo che sia, incide per l’11% sulla salute di una persona. Tra le altre percentuali, il 50% è dato dal benessere sociale: stare insieme, vivere all’aria aperta, usufruire di trasporti accessibili, nutrirsi di cibo salutare e altro».

Va bene, verrebbe da dire, bellissima e condivisibile teoria, ma cosa vuol dire nella pratica? Per esempio la maratona per over 65 “Mille passi per la salute” organizzata qualche tempo fa alla Mostra d’Oltremare, ma non sembra essere solo questo il punto. «Io sono un medico» ricorda. «Sono convinto che i medici debbano avere non un approccio clinico, ma culturale e sociale. Per questa mia convinzione, credo che le persone debbano essere informate per poter vivere bene. Per questo nel corso degli anni ho organizzato diversi convegni che fossero medici, ma alla portata di tutti, sulle vaccinazioni o sul problema dei rifiuti. Mi ricordo che all’epoca dell’emergenza si discuteva se fosse necessario lasciare Napoli, ma diverse persone invece cominciarono a darmi una mano».

A sostenere le iniziative di Brancati c’è l’associazione che ha contribuito a fondare “La città di Pulcinella” che è cambiata nel corso degli anni. Oggi la priorità è sempre la stessa: la salute. La salute attraverso l’informazione. Quello che forse si è affinato è il canale: «Nel corso degli anni hanno funzionato di più le iniziative che mettevano al centro le emozioni. Se le persone si lasciano coinvolgere da questo punto di vista, poi accoglieranno più in profondità le informazioni fondamentali cercando di tradurle in un cambiamento del proprio stile di vita. Così il progetto “Core napulitano” si concluse con un musical a cui parteciparono tutti, medici e pazienti». Successivamente è nato il cineforum “Al cinema con il medico di famiglia” in cui, attraverso la potenza delle storie si riflette e si dibatte sulla salute, sulle case farmaceutiche, sulla necessità di prenderci cura di noi visto che abbiamo occhi con la volontà di vedere. «In questa attività è di grande importanza la partecipazione fattiva del professor Armando Sangiorgio, preside del 39° Circolo Didattico “Leopardi”. Il cineforum si svolge nei locali della scuola e nonostante le partite del Napoli siano sempre più invasive, noi ce la mettiamo tutta. Eppure non è sempre facile. È necessario convincere le persone che uscire di casa, stare insieme, all’aria aperta, discutere, le farà stare meglio. Ormai c’è assuefazione, ci si lamenta dell’assenza di luoghi di ritrovo, ma si preferisce stare a casa davanti alla tv piuttosto che uscire e, appunto, prendersi cura di sé». C’è da dire che da buon medico di famiglia, quando serve, Brancati fa valere la sua autorevolezza. Nel caso della maratona, per esempio, il suo invito non lasciava spazi: «Tu hê ’a venì, perché te lo dico io!», diceva ai suoi pazienti. Le foto alla fine della maratona, sul sito dell’associazione, mostrano persone felici.

Dino Patierno

 





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