Papa Francesco, già nel mese di gennaio, quando ancora l’emergenza coronavirus non era scoppiata in modo dirompente, nel Messaggio per la 54ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che quest’anno si celebra domenica 24 maggio, ha voluto sottolineare il tema della “narrazione”.
«Abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone – ha dichiarato Bergoglio –, storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri».
Il Papa si sofferma sulle fake news e sulla manipolazione di immagini e video, una tecnologia che sta rappresentando un pericoloso fenomeno di massa. Appare sempre più difficile comprendere se il contenuto di una notizia corrisponde alla verità.
«In un’epoca in cui la falsificazione si rivela sempre più sofisticata, raggiungendo livelli esponenziali (il deepfake) – esorta il Papa – , abbiamo bisogno di sapienza per accogliere e creare racconti belli, veri e buoni. Abbiamo bisogno di coraggio per respingere quelli falsi e malvagi. Abbiamo bisogno di pazienza e discernimento per riscoprire storie che ci aiutino a non perdere il filo tra le tante lacerazioni dell’oggi; storie che riportino alla luce la verità di quel che siamo, anche nell’eroicità ignorata del quotidiano».
Messaggio di Papa Francesco per la 54ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali
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