La città di New York ha avviato una causa contro alcune delle più grandi società di
social media, tra cui TikTok, Snapchat, Meta (Facebook e Instagram) e Youtube,
accusandole di aver provocato danni alla salute mentale dei bambini e degli
adolescenti e di aver creato dipendenza da parte dei minori. La causa si basa su una
ricerca della Harvard T.H. Chan School of Public Health, che stima che le piattaforme
digitali abbiano ricavato quasi 11 miliardi di dollari dalle entrate pubblicitarie
somministrate ai quasi 50 milioni di giovani utenti negli Stati Uniti nel 2022.
La questione della dipendenza da social media e dei suoi effetti negativi sui più
giovani è al centro del dibattito pubblico negli Stati Uniti da mesi, e ha raggiunto il
suo culmine con la seduta al Congresso dello scorso 31 gennaio, in cui i capi dei più
grandi social network sono stati interrogati e criticati dai parlamentari, che li hanno
accusati di aver «consapevolmente progettato, sviluppato, prodotto, gestito,
promosso, distribuito e commercializzato le loro piattaforme per attrarre e creare
dipendenza, con una supervisione minima da parte dei genitori».
Tuttavia, la causa di New York potrebbe incontrare delle difficoltà legali, in quanto le
piattaforme social si difendono dichiarando che hanno introdotto diverse misure di
protezione e di controllo per i minori, come i limiti di età, i controlli parentali, i filtri
di contenuti e le verifiche di identità.
Oltre oceano, l’Italia sembra avere un approccio più equilibrato e meno conflittuale
nei confronti dei social media e dei minori.
Secondo uno studio dell’Università Cattolica su “Alfabetizzazione mediatica e
digitale a tutela dei minori”, i ragazzi italiani mostrano una maggiore consapevolezza
e senso critico nell’utilizzo delle piattaforme digitali, pur avendo esperienze negative
in rete. L’indagine evidenzia anche il ruolo fondamentale dei genitori, degli
insegnanti e delle istituzioni nell’educare i minori a un uso responsabile e sicuro dei
social media, senza demonizzarli ma accompagnandoli nel loro processo di crescita.
Anche l’Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, promuove progetti di
formazione e educazione digitale per i minori, in collaborazione con il ministero
delle Imprese e del Made in Italy, che ha stanziato 1 milione di euro all’anno per il
biennio 2022-2024.
Giovanni Di Meglio – Kaire