Grande partecipazione alla Mostra d’Arte Sacra “San Gennaro tra Arte e Fede” a Trecase





Domenica 29 settembre 2024 a Trecase, nella Sala Teatro dell’oratorio “Sac. Giuseppe Tortora” del Santuario Diocesano “S. Maria delle Grazie e San Gennaro”, si è conclusa la Mostra d’Arte Sacra “San Gennaro tra Arte e Fede”. L’evento, che si è svolto a latere delle iniziative religiose promosse da don Antonio Ascione parroco del Santuario Diocesano “S. Maria delle Grazie e San Gennaro” di Trecase per i festeggiamenti in onore di San Gennaro, Patrono di Trecase è stato organizzato dal Santuario Diocesano “S. Maria delle Grazie e San Gennaro” e dall’associazione culturale Prometeo, in collaborazione con le associazioni Ce.P.S.A.V. ODV e Ganesh ODV, con il Patrocinio morale del Comune di Trecase, dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) Campania, dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) Napoli e Campania, della Fondazione di Studi Tonioliani Campania, della Fondazione Guida alla Cultura, del FORUM delle Associazioni Sociosanitarie e con la partecipazione del Liceo Artistico e delle Scienze Umane “Giorgio de Chirico” Torre Annunziata, Dirigente Scolastico Rosalba Robello e l’ISS “Francesco Degni” Torre del Greco, Dirigente Scolastico Benedetta Rostan.

L’iniziativa della Mostra di Arte Sacra “San Gennaro tra Arte e Fede” , ha dichiarato don Antonio Ascione, Rettore del Santuario Diocesano  “S. Maria delle Grazie e San Gennaro” di Trecase, vuole essere l’avvio di un progetto più ampio che coinvolga in modo particolare gli artisti del territorio su temi di confine che riguardano la fede, la religiosità popolare e le varie espressioni artistiche, appassionando anche le giovani generazioni, come lo dimostra questo allestimento preparato in occasione della festa di San Gennaro a Trecase, così che possano trovare spazio la loro creatività e le loro riflessioni. Sul territorio, infatti, abbiamo l’istituto “Giorgio de Chirico” di Torre Annunziata e l’Istituto “Francesco Degni” di Torre del Greco, che ci hanno onorato della partecipazione dei loro alunni e ai quali siamo particolarmente grati. Ringrazio l’Associazione “Prometeo” per aver realizzato questa bella iniziativa e che ci vedrà certamente collaborare insieme, Santuario e Associazione” nei prossimi eventi. Infine, un ringraziamento particolare va ai professori Crescenzio D’Ambrosio e Felicio Izzo: senza la loro qualificata e competente professionalità non avremmo potuto realizzare tutto ciò.

L’opera d’arte ricorda ad ogni generazione che siamo fatti per la Bellezza, chiosa Francesco Manca, Presidente dell’Associazione culturale Prometeo; ritengo che nelle scuole l’arte è strumento altamente e particolarmente formativo. Anche con la descrizione dei luoghi, per scegliere più facilmente l’itinerario culturale e religioso desiderato, si può promuovere dal punto di vista storico e artistico la storia del proprio territorio. Gli itinerari di arte e fede si propongono di valorizzare il patrimonio storico, artistico e religioso del proprio territorio. A tal proposito, l’associazione culturale Prometeo, da anni ha promosso il progetto Vesuvinform (Centro di documentazione e promozione del territorio Vesuviano) per promuovere e valorizzare in senso lato la cultura del territorio vesuviano. La nostra Regione, in particolare, Il Vesuvio e il suo territorio, può essere meta di turismo anche religioso e può assumere la forma di un pellegrinaggio ispirato anche alla memoria dei Martiri, dei Santi, offrendo l’occasione per riscoprire le radici cristiane della nostra storia e della nostra fede”.

L’Amministrazione comunale di Trecase, dichiara Maria Rosaria Balzano, Vicesindaco e Assessore, tra le altre deleghe, alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Trecase, delegata dal Sindaco Raffaele De Luca a partecipare all’inaugurazione della Mostra tenutasi domenica 15 settembre, sostiene tutte le iniziative volte alla valorizzazione culturale e alla promozione turistica di Trecase. Le iniziative culturali e, in particolare, questa esposizione che coinvolgono anche i giovani artisti e studenti degli Istituti con indirizzo artistico, offrono ai visitatori una profonda riflessione per ascoltare e parlare attraverso l’arte e rappresentano un importante passo nel processo di crescita culturale che coinvolge Trecase, amena cittadina alle falde del Vesuvio.

L’arte della fede, afferma Felicio Izzo, Presidente APLI e co-curatore della Mostra, è l’incertezza del risultato a rendere sicuro il percorso. Senza calcoli, libero dal timore come dal desiderio. Per chi crede nel senso del viaggio. Il viaggio che non concede pause, perché anche il sollievo del sonno prepara l’indomani.  Per chi crede…

“Le più belle poesie si scrivono sopra le pietre coi ginocchi piagati e le menti aguzzate dal mistero” l’illuminante sintesi di Alda Merini.

A guidarci, infatti, è il mistero. Non per atterrirci, ma a liberarci, per fare dell’hic et nunc il momento necessario all’eternità. Intenso e banale; unico e ricorrente come ogni cosa umana che sa che l’umano è impronta di divinità. Così nell’immaginario comune San Gennaro è sangue che si rigenera. Come l’arte che sa profetizzare la sua fine e così la differisce ogni volta. Come la fede che nella profezia ha la sua stessa ragione di essere e di risorgere ogni volta. Certo, vacilla, talvolta, piegata dalle ingiustizie, dagli eventi inspiegabili e incomprensibili all’umana ragione, ma resta sempre solida nel verbo dell’annuncio. Perché la fede non è il dito di Tommaso o la lancia di Longino. Non è il sogno di Costantino, quanto la promessa della notte luminosa, della melodia del silenzio, dell’armonia dell’informe. Dove il destino non è la salvezza ma la permanenza nell’essere, per sentire col pensiero che ispira voci mute, compone note senza partitura, modella figure su fogli immaginari che la mente completerà. Arte e fede non sono sorelle nel soggetto che ispira un quadro, nel santo che diventa statua. Questa è la sontuosa banalità della vita che inconsapevole lascia messaggi, traccia segni che ci illudiamo di cogliere, interpretare, immaginare per trarne vaticini o memoria, colpe o auspici. Entrambe non hanno censo, non si iscrivono a categorie o gerarchie. Un quadro di Picasso e un’installazione di Felix Poenter hanno questo in comune, la lirica delle parole impronunciate, la visione oltre il visibile, quella delle linee che non danno contorno alle forme, che si rivelano solo allo sguardo di chi crede. Allo stesso modo la fede e la preghiera di un potente in nulla sono diverse da quelle di un miserabile. Il medesimo sereno respiro nel profondo dei sensi che si annullano nel pensiero, e il pensiero che si trasmuta in presagio dell’invisibile. Arte e fede sono sorelle nella cauta ma febbrile attesa, nel presente sicuro di sé, nella gloria dell’istante che accade. E che accadrà perché anche l’opera compiuta attende sempre un nuovo sguardo a rigenerarla. Come il sangue che si rigenera di San Gennaro patrono di una città, di un territorio, di un’anima del mondo che del prodigio del momento fa un atto di fede, un principio di arte. E ‌Gennaro ha il suo destino nel nome, nella sua etimologia. Come il dio Giano che lo origina, è la divinità degli inizi e gli inizi hanno solo il passato che li ha maturati e il futuro che ne raccoglierà i frutti. Non ha presente ma è il presente; non possiede ma esiste, non pronostica ma aspetta. Come Giano bifronte, appunto. E come Giano quadrifronte è in tutti i punti della Terra. Proprio al pari dell’anima partenopea, tempo e spazio che si mescolano in un indicibile al quale non si chiedono risposte o prove da affrontare, cimenti o sfide. Ma solo di esistere. E allora ritorna il sangue che ridiventa vivo ogni volta. Pronto a scorrere vitale. E dal Menologio di Basilio II a Jorit, l’arte, del santo irriverente dal beffardo epiteto di faccia gialla, ha ricordato l’agiografia e celebrato il mito ‌lasciando alla vita vera dei vicoli e delle terrazze, dei numeri rivelatori di sorte e dei codici della finanza il prodigio del sangue che si ridesta. Del sangue che ci ridesta riportandoci alla meraviglia e allo stupore della vera fede, generatrice di miracoli. L’arte della certa speranza.

‌La Collettiva d’Arte Sacra “San Gennaro tra Arte e Fede”, ad ingresso libero, è stata l’occasione, ha commentato il Curatore della Mostra Crescenzio D’Ambrosio, per gli artisti e i visitatori di confrontarsi con il bello; il bello è diventato protagonista ed è riprodotto in ragione della bellezza suprema che è Dio. L’iniziativa, promossa dal Santuario Diocesano “S. Maria delle Grazie e San Gennaro” Trecase e dall’Associazione Culturale Prometeo, è una novità per Trecase. La Mostra d’Arte Sacra è una grande opera di ringraziamento al Signore; anche perché l’Arte in qualche modo annuncia il Vangelo. Desidero ringraziare gli artisti Gaetano Ausiello, Cinzia Autieri, Biagio Gallo Bigal, Giorgio Cangiano, Adriana Capizzano, Umberto Carotenuto, Crescenzio D’Ambrosio, Michele D’Uva, Michele Fortunato, Felicio Izzo, Girolamo Langella, Ida La Rana, Giuseppe Lombardo, Antonio Longobardi, Giuseppe Lombardo, Francesco Matrone, Antonio Mele, Nicolo Russo Neotto, Raffaele Panariello, Linda Romano, Antonio Ruggiero, Aurelio Talpa, Paolo Villani, Raffaella Vitiello. In mostra gli elaborati di Pasquale Autiero, Valeria Boschini, Raffaella Colantonio, Giusy Di Luca, Alessandra Di Sarno, Denise Formisano, Caterina Iacomino, Alessia Madonna, Benito Nocerino, Alessia Solano, che con le loro opere hanno reso la Collettiva di Arte Sacra un momento di riflessione per la spiritualità cristiana.

Cesare Bifulco





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