In vista del X Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Roma dal 22 al 26 giugno, l’Ufficio d iocesano per la Pastorale della Famiglia e della Vita di Pozzuoli ha organizzato un cammino di preparazione per le famiglie che si sta articolando in diversi appuntamenti.
Prossimo incontro si svolgerà domenica 29 maggio (dalle ore 16.30 alle 20) nella parrocchia Maria Regina della Pace a Quarto. In dialogo con il vescovo di Pozzuoli e di Ischia, monsignor Gennaro Pascarella, e i responsabili della Pastorale regionale della Famiglia e della Vita, Giovanna Pauciulo e Giuseppe Galasso.
Il primo incontro si è svolto alla fine di marzo, alla presenza del vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, e del vescovo ausiliare, monsignor Carlo Villano. L’incontro si è svolto nell’Auditorium “A. Castaldo” e ha visto come relatore don Renzo Bonetti, sul tema “Chiesa domestica e sinodalità”. Sin dall’inizio del suo intervento, il sacerdote ha – per così dire – “scosso” i presenti ponendoli immediatamente dinanzi all’importanza e alla responsabilità dell’essere “famiglia cristiana”, sottolineando la funzione attiva che le è propria all’interno della Chiesa. Con semplicità, ha spiegato alle famiglie presenti come, pur inconsapevolmente, nella vita quotidiana e nelle relazioni familiari, esse incarnino la santità originaria e siano luogo di “sinodalità”. La famiglia cristiana possiede un “dinamismo relazionale” capace di conciliare le diversità nell’amore vissuto, di realizzare la donazione, la condivisione e l’accoglienza reciproca, di generare senso di appartenenza che supera la lontananza fisica oltre che la corresponsabilità. In tutte queste “attitudini” si coglie non solo il mistero dell’analogia tra famiglia e Trinità, ma anche la missione sinodale a cui la famiglia è chiamata. Se “sinodo” significa “sun” – “odos”, cioè “camminare insieme”, il luogo dove questo avviene per eccellenza è la famiglia, che viene invitata a prendere consapevolezza della propria importanza e a farsi “protagonista” del nuovo cammino a cui la Chiesa si avvia. «Il secondo motivo per il quale la famiglia può essere protagonista attiva del cammino sinodale – ha sottolineato don Renzo – è dato dalla sacramentalità del matrimonio: una piccola comunità (l’unica forma comunitaria creata direttamente da Dio) che diventa sacramento». La famiglia come “Chiesa domestica”, luogo in cui la grazia sacramentale degli sposi s’incarna nei gesti quotidiani di reciproca accoglienza e servizio, in virtù di un “nuovo modo di essere” (ESM 44, 47, 55) che rende concreto il legame tra Cristo e la Sua Sposa (la Chiesa). «Il terzo motivo – ha concluso don Bonetti- è consequenziale ai precedenti: il matrimonio è un sacramento a servizio della Chiesa per edificarla. Non solo i sacerdoti sono al servizio della Chiesa, ma anche, anzi soprattutto, le famiglie. Gli sposi sono chiamati, per il loro vissuto a trasfondere in tutte le modalità di vita ecclesiale, il loro essere comunione». Il Sinodo rappresenta, quindi, un’opportunità per fare, veramente, della Chiesa una “Famiglia di famiglie”.
Liana Romaniello