L’area vulcanica di Agnano, che un tempo ha accolto un grande lago, oggi ospita strutture che celebrano un nobile animale: il cavallo. Oltre al grande Ippodromo di Agnano, sul posto sono presenti anche altri impianti equestri: l’antica Scuola di Equitazione Napoletana ed il marziale Centro Ippico della Scuola Militare Nunziatella.
Dalla storia remota apprendiamo che lo spazio aperto dove si svolgevano le competizioni ippiche dai Greci fu chiamato ippodromo (hippos = cavallo – dromos – corsa), mentre i Romani, per le gare con carri trainati da cavalli, usarono il termine circo o stadio. Le corse si svilupparono in Grecia come sport olimpico, ma fu a Roma che nacquero le scommesse.
Le gare di velocità con i cavalli nel Medioevo si tenevano nelle città; un tipico esempio sono i palii nei quali i cavalli venivano montati a pelo. Fu in Inghilterra tra Sette e Ottocento che si sviluppò l’ippica moderna, attraverso la selezione di razze equine e l’istituzione delle regole per le competizioni: nel galoppo e nel trotto. Quelle con il superamento di ostacoli vari e di siepi vennero dopo.
Quanto a Napoli, nel 1808, migliorate le strade per Capodichino, fu creato il Campo di Marte, area per esercitazioni militari, distesa dove manovravano fanti e cavalieri. Nel 1837 questo spazio fu trasformato in campo ippico, sul modello di quelli presenti a Parigi. Nella seconda metà dell’Ottocento, nella Villa Reale, oggi Comunale, venne allestito un galoppatoio, dove si tenevano anche corse di birocci; era anche un punto dove si radunavano gli aristocratici della Belle Époque, compresi Gabriele d’Annunzio e Edoardo Scarfoglio. Un ambiente scomparso con l’inizio della Prima Guerra. In seguito, i concorsi ippici si tennero all’Arenaccia, impianto praticato in prevalenza da ufficiali dell’Esercito.
Ma non esisteva ancora un sito per concorsi ippici degno della città e dei fasti del Campo di Marte e anche delle glorie che riconducevano alla “Scuola napoletana” di equitazione di Giambattista Pignatelli (Napoli, 1540-1600), per i quali qui giungevano per addestrarsi cavalieri da tutt’Europa.
A rendere disponibile lo spazio adeguato fu il cavaliere napoletano (di titolo e di fatto) Raffaele Ruggiero (1856-1926), proprietario di estesi terreni nella conca di Agnano. Questo facoltoso personaggio aveva una grande passione per i cavalli di razza. Fu per questo motivo che in un terreno di sua proprietà, dove fin dal 1850 si disputavano corse ad ostacoli, il Ruggiero fece costruire un maneggio per allevare “purosangue”, che poi faceva gareggiare in corse di trotto e di galoppo. Subito dopo la Prima guerra mondiale il cavaliere donò il lago di Agnano al Comune perché vi costruisse un ippodromo per ospitare le corse di purosangue. Alla sua morte, un gruppo di gentiluomini sportivi, che avevano già realizzato l’ippodromo di Villa Glori a Roma, iniziarono le trattative per la costruzione a Napoli di un vero e proprio impianto sportivo per le corse di galoppo e di trotto. Il Comune acquisterà così la “Società Ippodromo di Agnano” fondata dal Ruggiero e l’Alto Commissario s’impegnerà a sistemare tra il ‘31-’32 le strade di accesso alla conca di Agnano con la costruzione di via Beccadelli.
Il “Bollettino del Comune di Napoli del 1931 ricostruì la storia: «…si cercò per lungo tempo e sempre invano, un luogo adatto per la costruzione d’un ippodromo degno d’una grande città come la nostra. Ed il cav. Ruggiero, il cui fervore sportivo fu pari all’energia e alla tenacia, non senza ragione, pensò al bacino d’Agnano, sede delle prime corse ippiche napoletane. Per la sua vicinanza alla città, per la sua ridente posizione, pei facili e numerosi mezzi di viabilità, rispondeva quel luogo ai principali requisiti richiesti per un campo di corsa…».
Il 2 giugno 1935 il cardinale Ascalesi benedice l’impianto alla presenza dei principi Savoia e di 10 mila spettatori. Agnano diventerà l’ippodromo che oggi conosciamo, famoso in tutta Europa per le competizioni di livello internazionale e anche per eventi legati alla omonima lotteria nazionale.
Ma ai coniugi Ruggiero-Schiassi vanno ascritti anche altri meriti. La coppia si distinse sul territorio anche per opere di beneficenza e di carità. Donna Ortensia fece costruire a sue spese, accanto all’ippodromo, una chiesa, una casa parrocchiale con asilo e scuola retti dai frati francescani. La chiesa, intitolata a S. Antonio di Padova, è ancora oggi utilizzata per funzioni religiose. La marchesa Schiassi fu apprezzata anche per il suo impegno svolto in opere di volontariato nel primo conflitto mondiale mentre il marito lasciò una considerevole somma per il recupero di bambine disabili. Per le donazioni e altre opere filantropiche nacque la “Fondazione R. Ruggiero”.
Nel 1972, la toponomastica cittadina ha intitolato a Raffaele Ruggiero la strada adiacente all’Ippodromo, quella che una volta era denominata “Circumvallazione dell’Antico Lago di Agnano”. Nei giardini dell’ippodromo poi, è stato eretto un busto di bronzo, dedicato al grande benefattore.
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La Scuola Napoletana di Equitazione
“Un luogo unico, dove fare sport, vivere il tempo libero, realizzare eventi”. Erede della Scuola Napoletana di Equitazione XXVIII Ottobre che fu aperta nel 1940. Il complesso in origine era destinato ai Cavalleggeri della Gioventù Italiana del Littorio. «Con ogni probabilità – scrive Lidio Aramu nel suo articolo “Quando Eravamo a Cavallo” – la decisione di costruire questo impianto a Napoli venne dettata dal desiderio di recuperare l’antica, bella ed elegante tradizione napoletana dei concorsi equestri tenuti al Campo di Marte».
Il Centro Ippico della Scuola Nunziatella
Sullo stemma della scuola militare campeggia il motto “Preparo alla vita e alle armi” che riporta un libro e una daga. Ma è presente anche l’immagine di un cavallo. A disposizione degli allievi della prestigiosa istituzione, vanto di Napoli, c’è infatti anche l’ippica, attività praticata ad Agnano. La sede è accanto alle antiche terme romane: un luogo che offre a chi lo frequenta, oltre il piacere di praticare l’antica disciplina sportiva, anche il privilegio di un contatto diretto con i reperti archeologici presenti sul posto.
I più amati di sempre
In 85 anni, tantissimi sono stati i cavalli importanti che si sono esibiti: Muscletone, Bayard, Birbone, Tornese, Une de Mai e ultimo (ma non ultimo) il mitico Varenne. Quest’ultimo fuoriclasse nel 2002 stabilisce il record di corsa a tempo, tutt’ora imbattuto.