Ad inizio del mese di settembre, come ogni anno, si è svolto l’incontro dei responsabili di tutti gli uffici diocesani dei quattro ambiti pastorali: Regale, Profetico, Sacerdotale, Culturale (espressione rispettivamente dell’Amore condiviso, dell’Amore proclamato, dell’Amore celebrato, e dell’Amore sapienziale). Gli operatori si sono riuniti nel Centro di spiritualità “Don Giustino” a Pianura, insieme al vescovo di Pozzuoli , monsignor Gennaro Pascarella.
I lavori sono stati strutturati in due giornate, con momenti di preghiera, laboratori di gruppo, plenarie di confronto e dibattito. È emerso un desiderio comune, come sintetizzato dal vescovo nelle conclusioni, affinché sia potenziato il lavoro comune tra i vari uffici di uno stesso Centro pastorale, ma anche in modo trasversale tra ambiti diversi. Si auspica una reale Pastorale integrata. Per descrivere come deve essere strutturata la pastorale diocesana, si richiama ciò che Papa Francesco ha detto della pastorale giovanile nella Christus vivit (n. 206): «La pastorale giovanile non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un “camminare insieme” che implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri [della Chiesa], attraverso un dinamismo di corresponsabilità. […] Animati da questo spirito, potremo procedere verso una Chiesa partecipativa e corresponsabile, capace di valorizzare la ricchezza della varietà di cui si compone, accogliendo con gratitudine anche l’apporto dei fedeli laici, tra cui giovani e donne, quello della vita consacrata femminile e maschile, e quello di gruppi, associazioni e movimenti. Nessuno deve essere messo o potersi mettere in disparte». Questa modalità d’azione, tra l’altro, può essere d’esempio e favorire il lavoro in rete tra parrocchie, a livello foraniale. Per raggiungere questi obiettivi, è necessario che ci sia maggiore sinergia anche nella realizzazione d’iniziative e progettualità, mettendo insieme diverse realtà diocesane e con attività interparrocchiali. È stata rilevata anche l’esperienza positiva di alcuni Centri che sono già abituati ad agire unendo le singole energie.
Significativo l’intervento dell’economo della diocesi, don Gennaro Guardascione (nella foto con il vescovo), che ha illustrato un quadro complessivo dell’utilizzo dei fondi per le attività e le progettualità nei vari ambiti, affinchè la Chiesa locale nella sua globalità e le comunità parrocchiali in particolare, siano sempre più attente a rendere note le finalità dei contributi e delle offerte ricevute.
Il vescovo ha sottolineato soprattutto l’importanza e l’urgenza di potenziare la sensibilizzazione, la formazione ed educazione al volontariato, che deve essere valorizzato e considerato come elemento fondamentale nella realizzazione delle attività, a tutti i livelli e in tutti i settori.
Nella due giorni, sono state analizzate le prospettive di ogni Centro pastorale, con la presentazione finale di alcune sintesi dei lavori di gruppo. Per quanto riguarda l’Amore condiviso (impegno caritativo), sono state espresse ancora difficoltà a condividere le iniziative, ma saranno intensificati gli incontri tra i vari uffici diocesani. In particolare, il vicario episcopale, don Fernando Carannante, ha proposto di far partecipare tutti i direttori e i componenti dei vari uffici agli incontri di presentazione del direttorio che si realizzeranno nel prossimo anno, per farsi conoscere meglio dalle parrocchie. Si pensa di creare un prospetto in cui siano presenti tutti i servizi offerti dal Centro regale, in modo da presentare le attività in modo organico.
Sono state presentate le tre Fondazioni “Centro per la Vita don Luigi Saccone”, “Centro educativo diocesano Regina Pacis” e “Paulus”. Come sottolineato nella revisione del Direttorio, sono realtà “autonome rispetto alla Diocesi dal punto di vista giuridico e gestionale, e nella reciproca indipendenza, mantengono tra loro un permanente rapporto di collaborazione creativa e, in quanto trasversali rispetto a diversi Centri pastorali, favoriscono la generazione di relazioni virtuose con gli Uffici e i Servizi della Curia diocesana, specie quelli che hanno come principale loro compito l’accompagnamento dell’azione pastorale nelle sue diverse forme”.
Rispetto all’Amore proclamato, è stato sottolineato che gli uffici sono naturalmente legati e s’intrecciano tra loro, quindi non ci dovrebbero essere difficoltà a farli lavorare congiuntamente. Alcune realtà, infatti, operano insieme già da diversi anni. Potrebbe essere utile formare una equipe pastorale trasversale e occorre promuovere un maggiore coinvolgimento delle famiglie nella catechesi. Si è riproposta la necessità di convocare la Consulta dei Laici, un organismo utile ma fermo da molti anni.
In riferimento all’Amore celebrato, si suggerisce l’aggiornamento continuo alla luce dei documenti emanati. Utile il confronto con il Direttorio, nel quale si ribadisce, tra l’altro, che “la liturgia non è mai proprietà privata di qualcuno, né del celebrante, né della comunità nella quale si celebrano i misteri. Molti ritengono non obbliganti la stretta osservanza delle norme e delle rubriche liturgiche stabilite dalla tradizione della Chiesa, dal Magistero e dal Direttorio Pastorale, per introdurre innovazioni ed eventi celebrativi non autorizzati e del tutto sconvenienti”. Appare, invece, necessario evitare la cosiddetta “disobbedienza liturgica”.
Anche nei laboratori relativi all’Amore sapienziale, è emersa con forza l’idea di fortificare il lavoro congiunto. In particolare, si auspica un maggiore investimento per favorire l’informazione, che non è solo “fornire notizie di eventi o altro”, ma deve poter trovare modi e forme per evangelizzare al passo con i tempi. Si deve poter adottare una strategia operativa, in particolare con l’ufficio per le comunicazioni sociali, in modo da organizzare il passaggio d’informazioni in modo organico.
Sempre nel Direttorio, si sottolinea che «la nostra Chiesa è chiamata ad essere “casa e scuola di comunione”, deve vivere in dialogo costante anche con chi è fedele di altre confessioni cristiane o di altre religioni. Tale dialogo deve svilupparsi soprattutto intorno ai temi posti da quelle “nuove sfide sociali” che esigono riflessione ponderata, scelte coraggiose di solidarietà, di condivisione dell’amore e di contestazione dell’illegalità e della violenza». Un’azione che vede l’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso già particolarmente attivo. Vengono organizzati diversi momenti di preghiera, in particolare durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Tuttavia è emersa mancanza di comunicazione, perché pochi conoscono queste iniziative e s’ipotizza di costituire dei referenti foraniali per il settore.
Anche per l’ufficio dei beni artistici e culturali, la parola chiave che viene richiamata è “strategia”. Sono stati organizzati dei percorsi turistici e culturali, ma dovranno essere strutturati in maniera sistematica. Nel Direttori si evidenzia che i Beni Culturali, «oltre a rappresentare straordinarie opportunità di lavoro ed occasioni di dialogo con i numerosi ospiti, visitatori e turisti, costituiscono altrettanti mezzi per far conoscere e apprezzare, anche nella didattica scolastica e universitaria, il rilevante patrimonio culturale e religioso che caratterizza la nostra terra».