Il Macellum di Pozzuoli si veste… di nuova luce





Entro fine anno il Macellum, suggestivo sito archeologico a ridosso della bella cornice del porto di Pozzuoli, s’illuminerà con un nuovo impianto di illuminazione a luci led per un progetto   di ”Cannata&Partners”, realizzato dalla società “Graded”, grazie alla donazione di ”CivitasLab”.

Presentato lo scorso luglio nell’ambito della XX edizione del Premio Civitas, il progetto prevede l’allestimento nel sito archeologico di nuove luci (per la precisione 93 punti luce collegati ad una centralina dmx e comandati da una regia esterna), con due modalità di illuminazione, una ordinaria, con luci che si modificheranno lentamente, ed una ad alto impatto visivo, con luci scenografiche multicolore. L’impianto sarà ad elevato risparmio energetico.

Gli scavi del Macellum – un mercato pubblico che rappresenta uno dei monumenti più significativi del periodo in cui la colonia romana di Pozzuoli viveva di una ricca e vivace attività commerciale – iniziarono nel 1750 con la scoperta di alcune opere d’arte, tra cui la statua del Dio Serapis, da cui prese il nome il monumento, definito spesso anche Tempio di Serapide o Serapeo. Successivamente, dal 1809 al 1816, si scavò il lato settentrionale dell’edificio, la cella centrale e gli ambienti laterali, e si misero meglio in evidenza la rotonda al centro del portico ed  restanti elementi architettonici e decorativi.

L’auspicio è che con il nuovo progetto di illuminazione si possa dare nuovo slancio al Macellum stesso e a tutti i siti archeologici della Città di Pozzuoli, che sono davvero di prim’ordine – si pensi che l’Anfitearo Flavio coi suoi 149 metri di altezza, è per dimensione il terzo in Italia, dopo il Colosseo di Roma e l’Anfiteatro di Capua – ma che risultano ormai assolutamente trascurati sotto numerosi aspetti, dai servizi essenziali offerti ai turisti (mancano, tra l’altro, accurate leggende esplicative, magari bilingue), allo stato vero e proprio dei luoghi, che troppo spesso necessiterebbero di interventi di riqualificazione  – o di bonifica ambientale –  quasi mai iniziati o portati a termine.

Vale la pena sottolineare che il patrimonio culturale dei Campi Flegrei è notevole e può rappresentare un volano di sviluppo per l’intera area, soprattutto alla luce della recente candidatura dei Campi Flegrei a Patrimonio Universale dell’Umanità nella lista dell’Unesco: una prospettiva che consentirebbe una piena valorizzazione dell’intero patrimonio storico, culturale e naturalistico dall’area. Non a caso, la recente storia di successo del Rione Terra (con la riapertura al pubblico dell’antica Cattedrale di Pozzuoli e del percorso archeologico) docet.

Simona D’Orso

 

(foto www.vesuviolive.it)





Exit mobile version