A che punto è l’attuazione della legge cosiddetta Dopo di Noi? Nata nel 2016 a tutela dei più deboli, la legge 112 ha introdotto, fra l’altro, il trust. Fiducia in inglese, il trust permette di vincolare alcuni beni a vantaggio di uno o più soggetti, delegandone l’amministrazione ad un terzo. Quest’ultimo avrà il compito di realizzare una serie di azioni vantaggiose per la persona che s’intende tutelare. Di solito il disponente è un genitore o un familiare di un disabile, al quale intende garantire assistenza per il tempo in cui non ci sarà più. Il trust destinato ai disabili avrà la durata pari alla vita del beneficiato e al termine i beni saranno devoluti secondo la volontà del disponente. Tuttavia può avere anche una durata limitata, se destinato, ad esempio, ad una persona ammalata. Il trust s’inserisce nel più ampio quadro degli interventi legislativi a tutela dei disabili ma l’attuazione della legge procede diversamente.
Nelle Marche, Molise, Lombardia e Toscana gli Ambiti sociali hanno redatto i “progetti individualizzati” previsti dalla normativa; nella nostra regione, come in Lazio, Basilicata e Calabria si è solo dato l’avvio all’attivazione delle richieste dei progetti individuali. In Liguria e in Emilia si sta lavorando agli interventi sugli immobili, pure questi previsti dalla legge. In Abruzzo, Puglia e Piemonte siamo ancora nella fase iniziale della progettazione generale. Nel quadro testé descritto, Napoli, però, si colloca in una posizione di avanguardia, con il recente progetto finalizzato a garantire il supporto, l’assistenza e la cura delle persone disabili dopo la scomparsa dei propri genitori. Grazie alla Fondazione Banco di Napoli è stata sottoscritta una lettera d’intenti che segna la nascita ufficiale al progetto Communion per il Dopo di Noi. Il progetto nasce dalla collaborazione con il Pio Monte di Misericordia, il Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano e la suddetta Fondazione Banco di Napoli. La città si pone prepotentemente alla ribalta dello scenario nazionale con quest’iniziativa prima nel suo genere. L’istituzione di un Charitable Trust vuole garantire il supporto, l’assistenza e la cura delle persone disabili dopo la scomparsa dei loro genitori o di chi se ne prende cura in famiglia, secondo lo scopo della legge 112. Come tutte le azioni di favore all’inclusione sociale, anche il trust richiede risorse finanziarie e a tal fine si registra già l’impegno immediato del Pio Monte. Ma vi è di più: al Trust confluiranno fondi stanziati da genitori e familiari di persone disabili ed anche da chiunque voglia effettuare una donazione. Charitable trust sta ad indicare la potenzialità del fondo all’assistenza di chi si trova in situazioni economiche svantaggiate o che privo di famiglia, atteso che dovrà essere proprio «la collettività eterogenea dei disponenti e dei beneficiari a rappresentare il punto di forza dell’iniziativa». Il progetto è senza dubbio ambizioso se è vero che si propone di imporsi a tutto e anche perché ha lo scopo di andare oltre l’ambito della legge 112, mirando ad includere fra i beneficiari anche le persone affette da disabilità non gravi.
Teresa Stellato