Domenica 10 marzo, nella chiesa San Giuseppe Confessore a Bagnoli, si è svolta la via Crucis dei Giovani sul tema del creato e della sua tutela.
Dinanzi la croce, immagine dell’amore misericordioso, dell’amore senza misura i ragazzi hanno potuto riflettere sulla bellezza ma anche sulle contraddizioni dei luoghi che ci circondano.
Don Carlo Villano, vescovo della diocesi di Pozzuoli e di Ischia, ha sottolineato come il mettersi in cammino dietro la croce significa farsi discepoli: «Camminando dietro questa croce, il Signore ci indica una strada da percorrere, ci chiede di vivere come discepoli cristiani e cittadini di Napoli. Siamo chiamati ad ascoltarci per accoglierci affinché nessuno di noi possa sentirsi non normale».
Ogni nostro gesto, ogni nostra azione, ha sempre delle conseguenze. Verso l’ambiente, verso le persone che incontriamo. Queste le riflessioni e l’appello alla responsabilità personale che il vescovo ha voluto rivolgere ai giovani: «Dobbiamo porci la domanda: il nostro stile di vita, quali conseguenze ha sulla società e sull’ambiente? Noi adulti abbiamo grandi responsabilità, siamo autori del mondo che vi consegniamo. Così voi sarete responsabili di questo creato che accogliete e che consegnerete a chi verrà dopo di voi. Non possiamo sfruttare questo ambiente. Se ci mettiamo in cammino è perché vogliamo farci discepoli, dobbiamo prestare particolare attenzione alle parole del Papa sulla difesa del creato».
La Via Crucis, organizzata da don Mariano Amirante e suor Maria Assunta Cammarota, animata da don Dario Colle e il gruppo di Rinnovamento nello Spirito, si è svolta in cinque stazioni, intervallate da due testimonianze, don Lello Russo, parroco della Desolata di Bagnoli e don Fabio de Luca, cappellano di Nisida che ha portato l’esperienza di Emanuele.
Don Lello, ci ha invitato a rialzarci dinanzi le difficoltà della vita, come Gesù è caduto e si è rialzato, anche noi quando cadiamo nella sofferenza, nella malattia, nella disoccupazione, siamo chiamati a rialzarci con determinazione perché non possiamo arrenderci.
Don Fabio, invece ci ha invitato a guardare i ragazzi di Nisida con un occhio misericordioso. La storia di Emanuele, è una storia di riscatto, oggi lavora in una fabbrica di ceramica e si sente libero.
La via Crucis, alla presenza anche del vescovo emerito Gennaro Pascarella, si è conclusa con l’invito di don Enzo Cimarelli, direttore della pastorale giovanile, ad ascoltare e scaricare l’inno della pastorale giovanile, “Chiamati a custodire”, scritto e ideato da don Giovanni di Meo.
foto su pagina facebook Pastorale Giovanile Diocesi Pozzuoli