Il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, durante la celebrazione eucaristica, domenica 10 maggio (in diretta streaming dalla cattedrale e senza partecipazione di fedeli), ha espresso un ringraziamento a medici, infermieri, forze dell’ordine, volontari e istituzioni, formulando un invito a “proseguire ad avere cura del popolo e della gente, anche se in forme e orari più adeguati, ma con la stessa competenza e spirito di sacrificio”. In particolare il vescovo ha lanciato un appello affinché sia messo in campo lo stesso impegno, soprattutto da parte delle istituzioni, nel combattere un’altra emergenza connessa con quella sanitaria che stiamo vivendo: l’emergenza dell’inquinamento ambientale, che in questo tempo sembra sia passata in secondo piano.
«Non si è cessato di morire per inquinamento ambientale in questo tempo di pandemia. L’ultima vittima – ha dichiarato con emozione il presule – la ricordo, come faccio di solito in questo triste elenco dei giovani che muoiono nelle nostre terre, è Stefano. Giovane brillante, di ventiquattr’anni, laureato e sportivo. La sua morte non ha fatto notizia, come le altre morti di ragazzi e giovani negli anni e nei mesi passati. Ormai le giornate “dedicate” in un anno non si contano: se non sbaglio, addirittura mi sembra che ci sia una giornata per l’igiene delle mani! A quando una giornata dedicata alle vittime dell’inquinamento ambientale, perché non cadano nell’oblio e nella dimenticanza, e siano stimolo per un ulteriore impegno?»
In questo periodo abbiamo visto che l’inquinamento è fortemente diminuito, pertanto l’invito è di approfittare del momento per continuare e fortificare l’impegno per la difesa dell’ambiente.