Siamo immersi in una “quaresima esistenziale” da più di un anno. Alcuni sentimenti e reazioni del popolo ebreo nel deserto nel faticoso cammino verso la Terra promessa sono anche nostri: sgomento, smarrimento, disorientamento, stanchezza, difficoltà a comprendere il progetto di Dio e, forse, mormorazioni, domande rivolte a Lui.
Alla crisi sanitaria si sono aggiunte altre crisi, già presenti in modo latente, non viste e non considerate abbastanza: crisi sociale ed economica, crisi educativa, crisi spirituale e anche crisi di fede.
La crisi può diventare una opportunità. Essa può condurre ad una purificazione. Per separare l’oro dalle scorie c’è bisogno del crogiuolo, della prova del fuoco. La prova può purificare il nostro modo di pensare Dio, le relazioni tra noi uomini, il rapporto con il creato.
Quante false immagini di Dio sono state messe in crisi: Dio castigatore, Dio tappabuchi, Deus ex machina, Dio come paravento alle nostre debolezze e ai nostri interessi!
I vangeli ci presentano un “Dio sulla croce”. Gesù crocifisso rompe tutti gli schemi, ci parla di un Dio “capovolto”, completamente diverso da come si era pensato, di un Messia sofferente, che per amore si carica di tutte le debolezze, le fragilità degli uomini.
Il Crocifisso ci parla di Dio che si mette completamente dalla parte dell’uomo con un amore gratuito, eccedente, “folle e scandaloso”.
Noi credenti, ad iniziare da noi ministri, dobbiamo sempre di nuovo purificare il nostro modo di pensare e relazionarci con Dio. Come possiamo annunciare e testimoniare agli altri il Dio che Gesù Cristo ci ha svelato, se non lo conosciamo e non ci lasciamo da lui illuminare e convertire?
Il Cristo ha fatto suo anche il grido che si eleva dal creato.
Mai come in questo nostro tempo globalizzato “tutto è connesso”. Tutti noi, uomini e donne, che abitiamo la terra, siamo legati tra noi, non possiamo salvarci da soli. È necessaria una globalizzazione della fraternità, che coinvolga anche la terra che ci ospita, di cui siamo custodi, non padroni.
La quaresima è un cammino verso la Pasqua, dove si celebra il trionfo della vita, della luce, della gioia. È la Pasqua che deve illuminare anche questo tempo difficile che stiamo vivendo.
La storia di Gesù il Cristo non termina il venerdì santo, quando fu crocifisso, poi deposto dalla croce e adagiato in un sepolcro. La pietra sepolcrale sarà rimossa: l’autore della vita non poteva rimanere prigioniero della morte! Egli è risorto, è vivo! È presente in ogni luogo e in ogni tempo!
Anche in questo tempo Egli è presente.
È questa la “lieta notizia” che è il “Vangelo”: Cristo è morto per noi, Egli vive, sarà con gli uomini fino alla fine dei tempi! Egli non ci lascia mai soli, anche nella notte e in una “valle oscura” è con noi, ha sperimentato addirittura la morte per dirci che anche lì è con noi.
Egli non ci toglie la durezza della vita, ma ci dice che anche in essa è con noi.
La speranza cristiana ha un nome ed un volto: Gesù Cristo, crocifisso e risorto.
La speranza non ci farà cadere né incrociare le braccia in attesa di un domani diverso, ci fa rimboccare le maniche nel vivere l’oggi che ci è donato, ponendo gesti concreti di accoglienza, di solidarietà, di condivisione per costruire una società più a misura d’uomo e una terra sempre più vivibile!
+ Gennaro, vescovo