Il vescovo sull’identità e missione della famiglia. Il matrimonio è innanzitutto “relazione”





“Famiglia, diventa ciò che sei!” con questo forte invito tratto dalla “Familiaris Consortio” di San Giovanni Paolo II, il vescovo di Pozzuoli e di Ischia, monsignor Gennaro Pascarella, ha aperto il proprio intervento all’incontro delle famiglie, che si è svolto a maggio nel santuario “Regina della pace” di Quarto. L’incontro, ultimo di tre organizzati dall’Ufficio diocesano per la pastorale della Famiglia e della Vita, ha posto la famiglia al centro di una serie di riflessioni culminate nell’intervento del vescovo sul tema “Identità e missione della famiglia”.

Monsignor Pascarella, attraverso un excursus tra i documenti della Chiesa di maggiore rilievo riguardo al ruolo della famiglia nel mondo, ha sottolineato la necessità, per ogni singola famiglia, di scoprirsi “disegno di Dio”. Ogni nucleo familiare, infatti, ha come missione specifica il custodire, rivelare e comunicare l’amore di Dio. In questo consiste l’identità profonda della famiglia resa sacra dal vincolo del matrimonio e in questo risiede anche l’essenza della sua missione: rendere vivo e reale l’amore che Dio ha per l’Umanità e Cristo per la Sua Chiesa, non a caso definita “sposa”.

Nella Lettera agli sposi (26/12/2021) Papa Francesco definisce la vocazione al matrimonio «una chiamata a condurre una barca instabile», a questa instabilità pone rimedio la presenza di Gesù questo è infatti il senso del Sacramento del matrimonio. «Non si deve, infatti, mai dimenticare – ha sottolineato il vescovo – che Gesù è vivo e presente nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nella nostra storia». Grazie al Sacramento diventa compagno di viaggio e vuole essere presente nella relazione tra gli sposi, con i figli. Gli sposi cristiani devono essere consapevoli di questo grande compito loro affidato: malgrado le difficoltà dei tempi, essi hanno la grande missione di annunciare con gioia e convinzione la buona novella della famiglia quale comunità di vita e d’amore.

All’intervento del vescovo è seguito quello dei referenti della Conferenza Episcopale Campana per la Pastorale familiare, Giovanna Pauciulo e Giuseppe Galasso. Nella trattazione del tema, hanno ripreso l’importanza del Sacramento del matrimonio, quale dono di Dio e strumento attraverso cui l’amore umano viene “abitato da Cristo”, reso capace di affrontare qualsiasi tempesta perché capace di custodire la speranza della Resurrezione. Attraverso il Sacramento, gli sposi incarnano il mistero dell’Amore di Dio e le famiglie diventano, come diceva don Tonino Bello, «agenzie periferiche della Trinità».

Infatti, il matrimonio è innanzitutto “relazione”: dall’armoniosa relazione tra i coniugi deriva un’armonia che si propaga in tutta la famiglia; dal reciproco sostegno degli sposi deriva la capacità di affrontare le situazioni più difficili. Ma mantenere salde le relazioni non è facile se esse non sono fondate sulla roccia che è Cristo.

Nella promessa nuziale gli sposi dicono «con la grazia di Cristo…», ma nella vita quotidiana, spesso, dimenticano di agire con quella Grazia; dimenticano che non sono più due, ma tre per la presenza di Gesù.

Buon esercizio sarebbe, ne sono personalmente convinta, ripetere ogni giorno quelle promesse così da ricordarsi che la vita quotidiana della famiglia è basata sulla Grazia di Cristo.

Secondo Pauciulo fondamentale è oggi aiutare gli sposi a prendere coscienza di essere «la casa di Dio, la dimora in cui Egli abita», Chiesa domestica capace di accogliere e sostenere chi è nel bisogno, luogo in cui il Vangelo diviene fondamento che fortifica e vivifica. Gli sposi sono testimoni privilegiati dell’Amore e il loro compito è quello di annunciare il Vangelo dell’amore incarnato e vissuto nella vita quotidiana.

L’incontro ha visto un successivo momento di laboratorio in cui le famiglie presenti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi in gruppi di lavoro sui temi proposti dai relatori. Si è trattato di un fondamentale momento di ascolto, un’importante occasione per le famiglie di essere “parte attiva” della Chiesa, attraverso osservazioni e proposte concrete.

Evento significativo, conclusivo del percorso, è stata la Giornata mondiale delle famiglie del 26 giugno, vissuta a livello nazionale e anche a livello regionale nel Santuario di Pompei.

Liana Romaniello





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