C’era una volta una squadra di aitanti ragazzi partenopei che negli anni 60 del secolo scorso riuscì nell’impresa di portare un titolo nazionale, per due anni consecutivi, all’ombra del Vesuvio. E c’era una volta un’enorme area dismessa nell’area occidentale della città, che fino a pochi anni prima aveva ospitato uffici della Nato. E’ con queste premesse che prende vita la bella favola del nuovo Villaggio del Rugby di Napoli, inaugurato pochi mesi fa nel quartiere di Bagnoli.
Non tutti sanno che Napoli ha una grande tradizione nel gioco del rugby, sebbene il punto di riferimento in città fosse lo stadio Collana nel quartiere Vomero, a parte lo stadio militare Albricci all’Arenaccia. Invece, la cittadella sorta a Bagnoli – una struttura di ben 15 mila metri quadrati con un’area verde attrezzata ad hoc e spazi polifunzionali multiservizi annessi – si pone prepotentemente come valida alternativa contribuendo al rilancio (non solo sportivo) di un’area strategica, per l’area occidentale e per la città tutta. Un’area il cui sviluppo resta troppo spesso invischiato nelle maglie sterili di inutili diatribe tra i differenti attori locali coinvolti.
Nessun contributo pubblico, nessuna compartecipazione statale, la cittadella del rugby di Bagnoli – che gode della sponsorizzazione di Edison, dal 2007 già partner della Nazionale italiana nel Torneo 6 Nazioni – non riceve null’altro. Nata da un’idea dell’Old Rugby Napoli (che raduna ex giocatori della Partenope) e degli Amatori Rugby Napoli (che conta circa 450 tesserati e che insegna questo sport anche nelle scuole dei quartieri Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Posillipo), è diventata realtà solo grazie alla tenacia di quegli ex giocatori, oggi stimati professionisti, che si sono rimboccati le maniche e hanno deciso di portare la loro idea direttamente all’attenzione del commissario della Fondazione Banco Napoli per l’Infanzia, proprietaria dei suoli ex Nato, ricevendone in cambio piena disponibilità.
Oggi il Villaggio del Rugby è una piacevole realtà. Esso è straordinariamente vivo ed operativo, con gruppi di ragazzi di ogni età che praticano questo sport all’insegna dei valori che persegue: lavoro di squadra, piacere, disciplina, rispetto, spirito sportivo. Le attività continuano giorno dopo giorno, si sono aggiunti numerosi sponsor e il numero degli iscritti cresce, sebbene sembra non esserci ancora una reale percezione, da un punto di vista mediatico, del valore del progetto in sè. Va sottolineato, infatti, che la riconversione dell’area ex militare, quella stessa area in cui sorgerà il villaggio delle Universiadi nel 2019 con un investimento di ben 150 milioni di fondi pubblici, è cominciata con una iniziativa del tutto privata. Non c’è che dire, stavolta un bell’esempio di risolutezza ed intraprendenza tutta partenopea.
Per informazioni: www.villaggiodelrugby.it
Simona D’Orso