Carne infetta da Aids, varie malattie dei bambini come conseguenza del Covid, il presidente Vincenzo De Luca esaltato sulle prime pagine dei giornali francesi che lo definiscono “Le nouveau Roi d’Italie”, boom di contagi in Campania, bonus di emergenza di tremila euro ai politici. Queste e tante altre “bufale” scovate e segnalate nei vari report del Bollettino sulle fake news di Ordine giornalisti Campania e Corecom Campania. Report che segnalano una progressiva crescita di notizie false su social e whatsapp che superano il 40 per cento rispetto al 33 per cento di pura disinformazione e al 5 per cento, rispettivamente, per “complottismo” e “acchiappaclick”.
Il tutto analizzato dall’esperto di algoritmi e fake news, Stanislao Montagna, sulla base di 1900 link a settimana. Con una tendenza a dilatare il campo delle fake news proprio utilizzando le “praterie” offerte dai social. Ed è qui che il mondo dell’informazione deve intervenire, verificare, contrastare e denunciare. Utilizzando il report di Ordine Campania (http://www.odg.campania.it/) e Corecom come un utile supporto. Un’espansione pilotata di fake che ha toccato le corde dell’opinione pubblica utilizzando elementi come la candeggina sulla pelle o la diffusione del contagio attraverso mosche e così via fino alle mega truffe tentate on line su mascherine e disinfettanti.
Tra le potenziali truffe analizzate sui social, le più numerose riguardano infatti la vendita di mascherine e non solo nel periodo massima urgenza quando non si trovavano e i prezzi erano stratosferici. Così il Coronavirus ha rilanciato la piaga delle fake news. Un problema che vede e deve vedere i giornalisti impegnati in prima linea. Oggi abbiamo una responsabilità in più. Dobbiamo scovare e denunciare la fake. Una mission a tutela dell’informazione e dell’opinione pubblica.
Che finire nella trappola sia facile, del resto, lo dimostra proprio la falsa prima pagina del quotidiano francese Le Parisien, trappola in cui è cascata, come una principiante, anche l’esperta Lucia Annunziata che l’ha presentata in tv come una notizia vera. Un autogol incredibile, considerato lo staff di cui dispongono queste trasmissioni e il costo di queste puntate per la tv pubblica.
Tantissime fake nascono sui social e dilagano. Altre notizie false, frutto di ignoranza e non solo della fretta, hanno poi il copyright diretto del mondo dell’informazione come dimostra la cartina pubblicata da Raidue nel nuovo programma L’Italia che fa dove Napoli è stata collocata nella regione Lazio quasi al confine con la Maremma toscana…
Le fake dilagano e sta a noi giornalisti, innanzitutto, contrastarle. In una fase delicatissima. In un momento in cui, sull’onda del Coronavirus, gli editori stanno provando a dare un’ulteriore “spallata” alla compattezza di molte redazioni. In che modo? Cercando di indebolire, quasi svuotare le redazioni sulla spinta di uno smart working che, utilizzato per necessità durante il lockdown, sta diventando una potente arma nelle mani di editori, e in alcuni casi anche di direttori compiacenti, per smantellare il cuore del giornale, le redazioni, addirittura in alcuni casi eliminando scrivanie e postazioni fisse.
Questa spallata indebolisce le redazioni e, di conseguenza, rafforza chi diffonde le fake news. Una redazione forte non solo rappresenta una garanzia per l’opinione pubblica ma è anche in grado di alzare un muro contro il dilagare di notizie false. Una redazione disseminata, dove si comunica solo attraverso computer, è inevitabilmente più debole su molti fronti ma, soprattutto, sul fronte del contrasto alle fake news.
Questi mesi diventano dunque cruciali per il futuro dell’informazione. Lo smantellamento delle redazioni avviene in modo sottile, subdolo, ma deciso da parte di molti editori e direttori compiacenti che si stanno assumendo una grande responsabilità non solo nei confronti dei giornalisti ma nei confronti del paese, dell’opinione pubblica.