Il Giubileo è fatto di gesti concreti, ognuno deve essere consapevole che è necessario rendere concreta la fede con la propria vita. Questo l’appello del vescovo di Pozzuoli e di Ischia, don Carlo Villano, rilanciato nelle celebrazioni per l’inizio dell’anno giubilare, che si sono svolte nella concattedrale San Paolo a Monterusciello e nella basilica Santa Maria di Loreto a Forio alla fine di dicembre 2024.
Riprendendo le parole di papa Francesco, ha ricordato che siamo tutti chiamati a bussare alle porte «dove la vita è ferita, nella attese tradite, nei sogni infranti, nei fallimenti che frantumano il cuore, nella stanchezza di chi non ce la fa più, nella solitudine amara di chi si sente sconfitto, nella sofferenza che scava l’anima, nei giorni lunghi e vuoti dei carcerati, nella stanze strette e fredde dei poveri, nei luoghi profanati dalla guerra e dalla violenza».
Tra i segni di speranza che Bergoglio ci invita a coltivare nella bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, il primo è la Preghiera, che «dà voce al desiderio che si realizzi un mondo di pace». Fondamentale è anche «fare esperienza della Misericordia di Dio, che è sempre pronto a perdonare».
«Mentre apriamo insieme la porta del nostro cuore alla speranza – esprime il vescovo – vogliamo condividere con papa Francesco il desiderio di una Chiesa che sia casa dalle porte aperte per Todos, Todos, Todos, come bene hanno impresso nella mente i nostri giovani che hanno partecipato all’ultima Giornata della Gioventù in Portogallo».
Priorità che Villano ha richiamato nella Lettera pastorale alle Chiese di Pozzuoli e di Ischia, che è possibile scaricare dai siti internet delle due diocesi (nell’immagine la copertina, con foto di Claudia Del Giudice); Giovani e Famiglia sono le priorità che – come da lui sottolineato anche durante le celebrazioni per l’inizio del Giubileo – vorrebbe diventassero urgenze di ogni azione ecclesiale e sociale: «Abbiamo bisogno – ha dichiarato – dello sguardo nuovo dei nostri giovani, di voi che sognate un futuro diverso e più giusto. Abbiamo bisogno dei vostri occhi che guardano lontano, verso orizzonti nuovi e più giusti di questo mondo che noi adulti vi consegniamo. Alle famiglie dico il mio grazie perché possano essere sempre luogo in cui si genera e rigenera vita».
Un invito specifico viene rivolto da Villano ai presbiteri: «La missione a voi affidata, cari fratelli, non sarà mai impoverita dalle difficoltà, se nel nome di Cristo andrete incontro alla gente con fiducia».
Il vescovo ha concluso, in entrambe le celebrazioni, con la lettura dell’augurio riportato sulla recente Lettera pastorale: «Quest’anno liturgico possa rinsaldare i nostri legami comunitari, possiamo vivere la profezia dell’accoglierci l’un l’altro, perché ci riscopriamo popolo pellegrino nella speranza, per diventare ogni giorno segno di speranza gli uni per gli altri».