La Chiesa sia famiglia attenta a tutti. Oltre mille delegati alla prima Assemblea Sinodale delle diocesi italiane





A novembre si è svolta la prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia. Un tempo unico e prezioso che ha visto la presenza di circa mille membri, tra laici e consacrati, appartenenti alle delegazioni di 226 diocesi italiane, tra cui quella puteolana e isclana. I lavori sinodali si sono svolti nella basilica di San Paolo fuori le mura, luogo significativo per la cristianità non solo perché in essa sono conservati i resti mortali dell’Apostolo delle genti, ma perché in questo luogo il 25 gennaio 1959, dopo la celebrazione conclusiva della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, Giovanni XXIII, eletto papa da tre mesi, «tremando un poco di commozione, ma insieme con umile risolutezza di proposito» affermava il suo progetto di indire un Concilio per la Chiesa universale, ma anche un Sinodo per la diocesi di Roma e la riforma del Codice di Diritto Canonico. Un concilio per ringiovanire la Chiesa, ai suoi occhi non un museo ma un giardino, per rispondere ai quesiti riversati sul suo tavolo, per far partire la ricomposizione dell’unità dei cristiani, per dar voce all’universalità ecclesiale, per avviare l’esercizio della collegialità episcopale, per discernere “i segni dei tempi”.

Nelle giornate dell’Assemblea, siamo stati immersi nella storia per riscrivere la storia, insieme. Tutti chiamati ad offrire un contributo per pensare e costruire una Chiesa davvero sinodale, permeabile cioè alla voce di quella realtà fatta di gioie e di traguardi, ma anche di vuoti, crisi e deserti esistenziali che, non potendo spegnere la speranza, ci mettono nella condizione del pellegrino. L’invito è stato quello di abitare il deserto, senza fughe, facendo della tentazione un’occasione per rileggere le nostre nostalgie più vere, più profonde ed umane che resistono, là nel profondo, e che il deserto rivela con forza e tenacia. Incontrarsi, pensare, lavorare e valutare insieme è già passare dalla ripetizione del modello del “si è sempre fatto così” ad una nuova passione per il mondo e per l’uomo. Come sottolineava il cardinale Maria Zuppi, nella sua prolusione iniziale, «folle intere aspettano consolazione e speranza anche se non faranno parte dei nostri discepoli. Ma dobbiamo avere attenzione verso tutti perché la Chiesa possa essere famiglia», casa larga ed accogliente, dove tutti hanno un posto, dove nessuno vuole primeggiare o conquistare spazi propri, ma tutti sono mossi da un desiderio di umanizzazione che non può ridursi ad un fatto astratto o generico e nemmeno alla sola calendarizzazione di proposte già più o meno organizzate. Esso piuttosto si realizza in un “tu”, lasciando tempo e spazio alla cura della relazione e alla narrazione dei vissuti, è frutto di una scelta: quella di adottare un nuovo stile relazionale, più aperto, chiaro, efficace, prossimo, che non teme il contatto con l’altro, chiunque esso sia. Il futuro di una Chiesa veramente sinodale comincia da qui, dalle scelte di ciascuno e non di pochi. C’è esigenza di una “riforma” (dare cioè una nuova forma) se vogliamo parlare al mondo. Ed in questo processo tutti siamo coinvolti pensando prima di tutto a come trasformare noi stessi, senza chiedere che a mutare siano prima di tutto gli altri. Una conversione, personale, comunitaria, strutturale, per riattivare nella nostra Chiesa locale ed universale una nuova Pentecoste che, come sottolineava monsignor Erio Castellucci, non è un fatto del singolo ma di tutto il popolo di Dio: a Pentecoste lo Spirito non si dona a pochi, a macchia di leopardo, ma tutti ne sono riceventi. La nostra Chiesa, con fatica ed entusiasmo, può davvero riformarsi: più aperta e accogliente, con profumo di casa, leggera e snella. Ma leggerezza non è sinonimo di superficialità; è piuttosto la capacità di diventare agili, non per percorrere meno strade, ma per aprirne di nuove e camminare su quelle giuste, senza paura, per scorgere la bellezza del Vangelo che sa farsi spazio anche nei mille rivoli tortuosi dell’esistenza. Tantum Aurora est: è appena spuntata l’alba di un giorno nuovo. La seconda Assemblea sinodale si svolgerà a Roma dal 31 marzo al 3 aprile.

Alessandro Scotto

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