Papa Francesco nella meditazione mattutina di martedì 7 novembre (nella cappella della Domus Santa Marta), ha richiamato il banchetto citato nel Vangelo di Luca (14, 15-24). Il padrone di casa invita «i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi», dopo il rifiuto dei ricchi che non comprendono il valore della gratuità della salvezza.
«I primi invitati – sottolinea il Pontefice – non hanno voluto andare a cena, non importava né della cena né della gente che c’era lì, né del Signore che li invitava: a loro importavano altre cose».
All’invito gratuito la risposta è stata: «A me non importa, forse un altro giorno, sono tanto indaffarato, non posso andare. Indaffarato come quell’uomo che voleva, dopo la mietitura, dopo la raccolta del grano, fare dei magazzini per allargare i suoi beni. Poveretto, morì quella notte. Erano attaccati all’interesse: cosa posso guadagnare?». Interessate a tal punto da cadere in «una schiavitù dello spirito» ed essere «incapaci di capire la gratuità dell’invito». Il Signore, quindi, consiglia di invitare al banchetto «quelli che non ti possono fare il contraccambio».
«Invece quelli che hanno il proprio interesse — ha proseguito il Papa — non capiscono la gratuità. Sono come il figlio che è rimasto accanto al padre quando se ne è andato il più piccolo e poi, dopo tanto tempo, è tornato povero e il padre fa festa e questo non vuole entrare a quel banchetto, non vuole entrare a quella festa perché non capisce (“Ha speso tutti i soldi, ha speso l’eredità, con i vizi, con i peccati, tu gli fai festa? E io che sono un cattolico, pratico, vado a messa tutte le domeniche, compio le cose, a me niente?”). Non capisce la gratuità della salvezza, pensa che la salvezza è il frutto del “io pago e tu mi salvi”: pago con questo, con questo, con questo. No, la salvezza è gratuita. Se tu non entri in questa dinamica della gratuità non capisci nulla.
Durante il banchetto il Signore consiglia di non cercare i primi posti perché c’è il pericolo che venga uno che sia più importante e il padrone di casa ci dica: “Cedi il posto a questo, spostati!”. Sarebbe una vergogna. Quando tu perdi — non dico la capacità di amare, perché quella si recupera — la capacità di sentirti amato, non c’è speranza: hai perso tutto. Se non si capisce la gratuità dell’invito di Dio, non si capisce nulla. Per andare a questo banchetto cosa si deve pagare? Il biglietto di entrata è essere ammalato, è essere povero, è essere peccatore».
Per la salvezza c’è un “biglietto di entrata”, ma è gratuito. Viene dato alle donne e agli uomini che hanno «bisogno di cura e di guarigione nel corpo e nell’anima». E «per bisogno», ha rilanciato Papa Francesco, si intende «bisogno di cura, di guarigione, avere bisogno di amore».
Testo completo delle riflessioni del Papa riportate sul sito della Santa Sede
(foto radiovaticana.va)