«Quante volte nelle nostre parrocchie abbiamo sentito gente che dice: “No, io in Chiesa non vado perché quello o quella che sta tutto il giorno leccando le candele lì dentro, poi esce, sparla degli altri, semina la zizzania…”. Quanti cristiani allontanano la gente con il loro esempio, con la loro incoerenza».
Partendo da queste riflessioni, Papa Francesco, nella meditazione mattutina durante la celebrazione di lunedì 13 novembre (nella cappella della Domus Santa Marta), ha invitato i cristiani a evitare le piccole e grandi «incoerenze di tutti i giorni», quelle che si vedono anche nelle chiese o sono commesse da cristiani che nel mondo del lavoro danno «scandalo».
Il Signore «rivolgendosi ai suoi dice: “State attenti a voi stessi!”; cioè state attenti a non scandalizzare». Infatti, ha spiegato il Papa, «lo scandalo è brutto perché ferisce la vulnerabilità del popolo di Dio, ferisce la debolezza del popolo di Dio, e tante volte queste ferite si portano per tutta la vita». Lo scandalo, ha aggiunto il Pontefice, «non solo ferisce» ma «è capace di uccidere: uccidere speranze, uccidere illusioni, uccidere famiglie, uccidere tanti cuori».
Deciso l’invito di Gesù a non scandalizzare: «Se la tua mano è motivo di scandalo, tagliala».
Papa Francesco suggerisce, quindi, ad ognuno di domandarsi: «Come è la mia coerenza di vita?». Nella mia vita c’è «coerenza col Vangelo, coerenza col Signore?». Domandarsi, dunque, «se per la mia incoerenza sono motivo di scandalo per gli altri».
Testo completo della meditazione
(foto da Papaboys.org)