La missione di Mario Sirpettino per i Campi Flegrei: memoria e denuncia





La scomparsa di Mario Sirpettino ai primi di agosto ha ricevuto tante testimonianze di stima e di affetto: il “professore” (non lo era, ma è significativo che nelle cronache sia stato ricordato con questo appellativo, insieme alle note qualifiche di giornalista e scrittore) ha ricevuto l’ultimo saluto nella chiesa di San Luca e Santi Eutichete e Acuzio ad Arco Felice, non lontano dalla casa di Lucrino dove viveva. Chi scrive ha avuto l’ingrato compito di comunicare la notizia agli anziani fratelli Damiani, titolari di quel Complesso Turistico Averno dove il cavaliere per anni è stato di casa, insieme con il mai dimenticato Gaetano Lombardi.

Di Mario è stata ricordata la grande attività pubblicistica – libri, articoli, pamphlet, documenti ecc. – tutta dedicata ai Campi Flegrei dei quali è stato soprattutto un cantore, perché l’animo di poeta superava la scientificità del saggista. Chi lo ha conosciuto in tempi lontani lo ricorda anche come direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo di Napoli, a dimostrazione del legame così caro tra turismo e cultura che ne ha condizionato la sua “missione”, tra i mari di marmo e le memorie sulfuree di Puteoli.

Eppure, non si può mettere in secondo piano la sua attività di corrispondente, quando ancora studente (si laureò in Giurisprudenza), denunciava sul Mattino i mali dei Campi Flegrei. Tra i tanti libri scritti e spesso donati da Sirpettino (con bellissime dediche), piace ricordare infatti quello forse meno conosciuto, ovvero “Scritti ieri…”, una raccolta di ben 139 articoli pubblicati tra il 1954 e il 1975. Il certosino lavoro di digitalizzare (da pagine ingiallite del giornale) e scegliere gli articoli è frutto del paziente lavoro di Raffaele Giamminelli che quasi impose a Sirpettino di far stampare nel 2004 dall’Azienda di Turismo di Pozzuoli una così particolare antologia.

Appena ventenne Mario fu testimone del dramma del Rione Terra rimbalzato nei dibattiti in Parlamento per le terribili condizioni di vita dei suoi abitanti; e forse non è un caso che negli stessi anni una grande scrittrice come Anna Maria Ortese denunciasse con forza l’analoga situazione dei Granili di Napoli. Sirpettino (“In caverne e tetri sotterranei si vive nel Rione Terra di Pozzuoli”, occhiello: “Mentre la natura tutta intorno sorride!”) scrive nel 1954, “Il mare non bagna Napoli” è del 1953, se non è una straordinaria coincidenza questa… E negli anni a venire il giornalista flegreo spesso non fu tenero con chi saccheggiava il territorio. Allora ricordiamolo, Mario Sirpettino, il giovanissimo cronista che dei Campi Flegrei seppe raccontarne il glorioso passato di duemila anni fa, ma anche denunciarne con grande efficacia problematiche e storture che ancora oggi sono di grande attualità.

Salvatore Manna





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