Nel sito archeologico sommerso, di fama mondiale, il mare agitato ha smosso un leggero strato di sabbia, regalandoci un pregevole pavimento composto da marmi policromi, in ottimo stato di conservazione, risalente all’epoca romana. E non è la prima volta…
L’ultima preziosa testimonianza del passato si aggiunge al tesoro di ville romane, mosaici, strutture termali della “Pussilla Roma”, com’era chiamata l’amata Baia in epoca imperiale, sigillati sul fondo del mare dall’azione secolare del bradisismo. I dettagli della scoperta, in un comunicato del Parco archeologico dei Campi Flegrei: «Sembra strano, ma la stagione autunnale, con le sue giornate piovose e le mareggiate, porta il Parco Sommerso di Baia nel pieno della sua vitalità… La scoperta, è avvenuta quando il mare ha spostato qualche granello di sabbia in più nella “Villa con ingresso a protiro”, vicino al ben noto “Mosaico delle pelte”».
Questo è bastato al decano dei subacquei di Baia, Guglielmo William Fragale, del Centro sub Pozzuoli, per intravedere alcuni centimetri quadri colorati e prontamente segnalarli agli Uffici del Parco. Il riscontro è stato, come sempre, un’emozione: «E’ un pavimento in marmo – scrivono gli archeologi – ottimamente conservato, di una stanza aperta sul grande peristilio della villa, in cui anche le pareti erano rivestite dello stesso materiale. Una sala da pranzo probabilmente, arricchita sul pavimento da questo disegno a scacchiera (Q/Q3 secondo la definizione tecnica) realizzato in marmi di diversi colori, provenienti da più parti dell’impero romano. Cipollino, Portasanta, Greco Scritto i nomi dei materiali usati per queste piccole lastre giustapposte che, ad una attenta osservazione, mostrano le tracce di un loro lungo uso, di un riutilizzo. Siamo probabilmente nel periodo tardoantico, nel III o IV secolo d.C., quando l’intera villa subisce una importante ristrutturazione, come ci testimonia un altro suo rilevante vano, l’aula basilicale lungo il canale d’ingresso al lacus Baianus. Anche qui un altro articolato pavimento in marmo, già noto da tempo e realizzato con decine di frammenti di diversi colori, ci parla dei lavori svolti più di cent’anni dopo il mosaico delle pelte, a dimostrazione della vitalità di Baia e dei suoi frequentatori fino a pochi decenni prima che il bradisismo portasse tutto questo tratto di costa sotto il livello del mare».
Per gli operatori del Parco, «l’onore e l’onore di programmare un rapido intervento di restauro, per rendere anche questo pezzetto di Baia sommersa presto visitabile a tutti i subacquei e snorkelisti che verranno a trovarci».
Entusiasmo e meraviglia, dunque, per l’ennesima sorpresa legata ai movimenti del mare di Baia, sede di villeggiatura prescelta da imperatori e aristocratici di tanti secoli fa e oggi novella Atlantide sott’acqua.
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Nelle foto:
1) Il pavimento in opus sectile recentemente individuato nella villa con ingresso a protiro. Foto di Edoardo Ruspantini
2) Lastre di marmo Greco scritto, alternate a quadrati Q3 resi in alternanze di colori, soprattutto in Cipollino e Portasanta
3) Ortofoto della porzione di pavimento scoperta, realizzata da Naumacos Underwater Archaelogy and Technology
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