L’Eucaristia è il sacramento dell’unità e dell’amore. La Chiesa di Pozzuoli apre l’anno pastorale





Essere radunati tutti insieme, vescovi, preti, religiosi, religiose, diaconi, operatori pastorali e sinodali, rappresenta una “manifestazione speciale della Chiesa nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio”. Tutti devono radunarsi con il vescovo e i presbiteri, possibilmente in una sola celebrazione. Queste le riflessioni del vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, espresse durante l’omelia della celebrazione eucaristica che si è svolta domenica 23 ottobre a Pianura, nella parrocchia Sacra Famiglia di Gesù, per dare inizio solenne al nuovo anno pastorale.

«L’Eucaristia – ha sottolineato monsignor Pascarella – è il sacramento dell’unità e dell’amore. E le preghiere eucaristiche, con le quali ci rivolgiamo con umiltà al padre, chiedendo che nella comunione al corpo e al sangue di Cristo, lo spirito santo ci riunisca in un solo corpo. Invochiamo che ci venga donata la pienezza dello spirito santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito.

Come operatori parrocchiali siamo accoglienti o “respingenti” verso coloro che bussano alle porte delle nostre parrocchie? Le nostre comunità sono veramente accoglienti? Il Siracide ci ha ricordato che Dio non si pone dalla parte dei potenti e difende la pace dei popoli. Soprattutto in questo tempo sinodale, dobbiamo metterci in ascolto del grido dei poveri e degli oppressi, diventando voce di chi non ha voce e, per quanto possibile, a dare una risposta. Certo, viviamo tempi difficili, una guerra devastante, con la conseguente crisi economica, ha aperto scenari che sembravano cancellati, come il pericolo di una guerra nucleare. Ha reso i poveri sempre più poveri. La cultura dominante è sempre più lontana dai valori cristiani. Le nostre assemblee domenicali si vanno sempre più assottigliando. Siamo chiamati a vivere questi tempi con realismo e fiducia. Ci deve accompagnare la certezza che il Signore vince il mondo, che il suo progetto, anche se ostacolato, si realizzerà, che si può ricavare, anche dal male, il bene».

Ha concelebrato monsignor Carlo Villano, vescovo ausiliare di Pozzuoli, che ha tracciato le linee dell’anno pastorale appena iniziato: «La sintesi diocesana, espressione dell’ascolto che abbiamo operato a livello parrocchiale, è il punto da cui ripartire quest’anno, per declinare la proposta dei “Cantieri di Betania”. La scena di Betania è stata individuata dalla Chiesa italiana per questo secondo anno del cammino sinodale. Cammino, ascolto, accoglienza, ospitalità, servizio, casa, relazioni, ascolto della Parola, condivisione, sono parole risuonate continuamente nei gruppi sinodali e hanno disegnato il sogno di una Chiesa come Casa di Betania, come Casa aperta a tutti».

Durante la celebrazione è stato conferito il Mandato a tutti gli operatori pastorali e sinodali.

 

Foto di Michele Molinaro, suor Teresa Soria e don Salvatore Mancino

 

 





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