L’Isola di Arturo candidata a Capitale della Cultura





Procida si propone come Capitale italiana della Cultura per il 2021 e lo fa attraverso un comitato promotore formato da importanti realtà istituzionali pubbliche e private, fra cui la maggior parte dei sindaci dei comuni dell’area flegrea, ma anche dalle università Federico II, L’Orientale, Suor Orsola Benincasa e Luigi Vanvitelli, l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, la Stazione Zoologica Anton Dhorn, la Camera di Commercio di Napoli. La candidatura dell’Isola di Arturo, ha riscosso entusiasmo soprattutto da parte dei primi cittadini.

Il sindaco di Monte di Procida, Peppe Pugliese, infatti, ha dichiarato: «Le nostre comunità sono da sempre legate oltre che dalla vicinanza geografica dalle radici che affondano nello stesso patrimonio culturale. Siamo tra l’altro cresciuti negli stessi confini amministrativi fino al 1907 e conserviamo ancora nel toponimo il legame con Procida». Josi Gerardo della Ragione, sindaco di Bacoli, invece, evidenzia l’importanza di sentirsi parte di un’unica comunità flegrea: «Abbiamo deciso di sostenere Procida perché crediamo fortemente nella città flegrea. Io dalla mia stanza da sindaco vedo il Lago Miseno, Bacoli, Monte di Procida e soprattutto Procida, per me punto di riferimento costante, così come per i miei cittadini che hanno accolto questa decisione con grande piacere. Questo è un segno non scontato di solidarietà e di appartenenza, con ricadute che potrebbero essere enormi per il territorio. Procida è facilmente collegabile con realtà molto importanti dei Campi Flegrei: siti archeologici, laghi, paesaggi mozzafiato. Così sosteniamo il senso di comunità flegrea che abbiamo sempre provato a costruire, sebbene ci sia ancora molto da fare, tenendo conto che l’essere flegrei ci permetterebbe, allo stesso tempo, di sfidare da un punto di vista turistico realtà come Sorrento, Pompei, la stessa Napoli».

Stessa tesi anche per Rosario Mattera, patron di Malazè, importante rassegna archeoenogastronomica dei Campi Flegrei: «I sindaci che hanno dato il loro sostegno alla candidatura hanno fatto cosa buona e giusta, credo anche che sia un ottimo segnale, non solo formale, verso la costruzione di quella Città Flegrea che molti sognano ma che pochi vogliono. Penso che all’interno della Città Metropolitana e in un’ottica di distretto culturale e turistico non si possa non considerare Procida come parte integrante dei Campi Flegrei, legata com’è da un cordone ombelicale con Monte di Procida, per storia, usi e costumi e fino agli inizi del ‘900, anche amministrativamente. Per quanto riguarda le ricadute sul territorio flegreo, se si ragionasse in termini di distretto, Procida potrebbe e dovrebbe essere uno dei nostri grandi attrattori, per la vicinanza e ripeto soprattutto per i forti legami, storici ed antropologici, che la legano alla nostra terraferma, in virtù anche dell’alto numero di turisti viaggiatori che attraggono le capitali della cultura per l’interno anno». Cinque cerchi, uno più grande – al centro – e quattro intorno è il logo scelto, dove l’isola si colloca al centro, tra arte, musica, cinema e letteratura, ma anche al centro di un arcipelago geografico, storico e culturale di un’area immaginaria identificabile tra Napoli, Ischia, Capri e Pozzuoli, comune più rappresentativo dei Campi Flegrei. Peccato l’assenza, nel comitato promotore, proprio di quest’ultimo.





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