Liternum, un’ara abbandonata e i reperti dimenticati. La Pro Loco Litorale Domitio propone museo a Giugliano





È stata ritrovata in epoca imprecisata, nei pressi della masseria Canosa, sulla strada San Nullo fra Cuma e la località Monteleone, nei Campi Flegrei. Si tratta di un’antica ara romana, con timpano e due pulvini laterali, dove all’interno è riportata una preziosa epigrafe a memoria di un sepolcro familiare dedicato ad L. Octavius Asiaticus e alla moglie Pontia Daphne, entrambi liberti, ovvero schiavi affrancati. Da tempo, purtroppo, il prezioso monumento funerario, risalente al II secolo d.C., giace scheggiato e abbandonato tra gli attrezzi agricoli, lasciato alla rovina del tempo e degli uomini.

Il caso è stato più volte segnalato dai cittadini di Giugliano, anche attraverso i social network, affinché si provveda a tutelare opportunamente il bene archeologico. Anche perché c’è un precedente che lascia ben sperare. In effetti, un’ara analoga, qualche anno fa, fu rinvenuta spaccata e imbrattata dai vandali, in un palazzo abbandonato del centro storico di Giugliano: questa volta, però, grazie alle numerose segnalazioni al Comune dei cittadini, il prezioso reperto fu in accordo con la Soprintendenza traslato nella sala d’ingresso del Municipio. E qui, in attesa di restauro in loco, è adesso possibile ammirare il manufatto.

La questione dei monumenti archeologici abbandonati ripropone la necessità di un museo civico archeologico del Giuglianese che raccolga e valorizzi le testimonianze più significative del territorio. In merito, abbiamo raccolto il parere di Luigi De Martino, presidente e portavoce della pro loco Litorale Domitio: «Il piano originario del progetto integrato territoriale (PIT) Riviera Domitia, finanziato con i fondi POR 2000-2006, ha interessato ben tredici comuni del litorale. In questo ambito, la nostra Pro Loco  propose la realizzazione del “Parco Archeologico di Liternum” e la costituzione di un museo civico archeologico».

L’idea era quello di costruire un Parco archeologico del sito dove visse gli ultimi anni Scipione l’Africano, integrato da un piccolo museo, che raccogliesse i resti archeologici più rappresentativi ritrovati nel sito di Liternum e nell’area circostante, oggi custoditi in una sala del museo archeologico dei Campi Flegrei, e dove i gruppi di turisti e le scolaresche, avrebbero effettuato una visita guidata. «Un museo civico archeologico – afferma De Martino – da realizzare recuperando un manufatto abusivo che insisteva all’ingresso dell’area, che poi però fu abbattuto. Un milione e 124.000 euro che sono andati in perenzione per il mancato espletamento dell’opera. La sovrintendenza, non so per quale motivo, avvallò la decisione dell’abbattimento. Ancora, proponemmo di collocare il museo in una delle due palazzine abusive che da anni insistono nell’area archeologica, espropriandole e convertendone la destinazione d’uso. La gestione sarebbe stata affidata a soggetti no profit, come la stessa Pro Loco o Legambiente, ma  anche questa idea si è risolta in un nulla di fatto».

È il caso, allora, di progettare iniziative per il futuro. Il presidente della pro loco Litorale Domitio auspica «una mini-esposizione nel palazzo che ospita la sede comunale, dove tra l’altro sono già presenti alcuni reperti storici, integrato da un museo virtuale, con particolati ricostruzioni dei principali monumenti del territorio grazie al 3D e alla realtà aumentata. Una sorta di demo dimostrativo rivolto alla cittadinanza, un invito a recarsi a visitare le bellezze del nostro territorio. Nel 2009 facemmo un sondaggio e verificammo che il 93% dei giuglianesi, non conosceva il sito dell’antica Liternum, oggi fortunatamente il dato si è ribaltato e quasi tutti lo conoscono; pertanto mi aspetto che la nuova amministrazione recuperi questi ultimi anni di carenza nella gestione della zona costiera e in particolare del sito di Liternum» Sarà a questo punto necessario coinvolgere le associazioni del territorio, promuovendo, spiega De Martino «un’iniziativa di recupero dell’area, abbandonata da oltre cinque anni, e cioè da quando la pro loco è stata costretta ad abbandonare il sito per la scadenza del termine della convenzione… e al tempo stesso, con fondi ad hoc, cercare di strutturare il parco al fine di farlo tornare ad essere un importante attrattore turistico culturale nazionale».





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