«Campi Flegrei, la crosta del vulcano si sta indebolendo: non si esclude l’eruzione»… È questo il titolo allarmistico di un’agenzia che ha presentato uno studio dell’Ucl e dell’Ingv. Abbiamo interpellato il professor Giuseppe Luongo, recentemente nominato presidente emerito del Settore Sicurezza del Territorio di Rete Italia Aps. Ecco il suo commento.
Parole vuote. Se si afferma che la crosta si sta indebolendo bisogna dire quanto si è indebolita e se tale indebolimento sia significativo, importante o poco significativo per una eventuale eruzione. Se l’attuale sollevamento ha indebolito la crosta dovremmo avere il dato che rappresenti tale indebolimento. Così sapremmo cosa temere nel futuro prossimo e cosa controllare. Ma queste affermazioni sono solo valutazioni astratte. Infine se fosse attendibile la tesi che la causa del sollevamento e la sismicità sono da attribuire ai fluidi idrotermali mentre il magma è escluso e posto a profondità superiore a 8 km, il sistema di sorveglianza non monitora una possibile eruzione, bensì altro. Allora perché tenere pronto un piano di evacuazione che interessa l’area flegrea tutta e una importante parte della Città di Napoli ad occidente del centro storico? Infine, un sistema di sorveglianza per un’eruzione ha una struttura diversa rispetto alla sorveglianza di un campo geotermico. Infatti, quanti attribuiscono la causa del Bradisismo alla sola attività idrotermale considerano l’attuale fase del fenomeno come quella di un campo geotermico.
Giuseppe Luongo, professore emerito di Fisica del Vulcanismo all’Università Federico II