Di solito associamo questo periodo dell’anno al carnevale, un’occasione per i piccini – e perché no? anche per gli adulti – di mascherarsi diventando, almeno per un giorno, qualcosa di diverso da se stessi. Tutti noi conosciamo a menadito le maschere della tradizione carnevalesca italiana e prima ancora della Commedia dell’Arte, come Pulcinella, Arlecchino, Dottor Balanzone, Colombina e altri ancora. Secondo numerose interpretazioni, la parola “carnevale” deriva dal latino carnem levare, ovvero eliminare la carne, poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale, il Martedì Grasso, prima del Mercoledì delle Ceneri e dunque dell’inizio del periodo liturgico di digiuno e astinenza, ovvero della Quaresima, i 40 giorni che preparano la Pasqua. Simbolicamente, le Ceneri – che quest’anno ricorrono il 6 marzo – indicano la penitenza e richiamano la caducità della vita terrena e la necessità della conversione.
Quanto al carnevale, ha origini molto antiche, riprende infatti le feste dionisiache dei greci e i saturnali degli antichi romani. Durante queste feste si realizzava un temporaneo scioglimento degli obblighi sociali e delle gerarchie per lasciar posto allo scherzo e alla dissolutezza. Queste festività però, che cadevano proprio all’inizio dell’anno agricolo e quindi con il periodo della coltivazione della terra, avevano soprattutto carattere propiziatorio e di rinnovamento della fecondità.
Il carnevale era insomma, un’occasione di festeggiamenti e di rallegramento prima del rinnovamento dell’ordine stabilito che, una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva rafforzato ed espiato dai mali. Il carnevale da tempo ha assunto invece la connotazione di festa in maschera e viene festeggiato in tutta Italia e ogni città è invasa da maschere e coriandoli, luci e colori che creano un’atmosfera di festa unica. Anche le scuole e le comunità organizzano eventi per celebrare questa festività, e la parrocchia Sant’Artema Martire di Monterusciello non sarà da meno: infatti, sabato 2 marzo alle ore 16 organizzerà una festa con balli in maschera, giochi e leccornie come chiacchiere e sanguinaccio. La festa si concluderà alle ore 18,30 con la celebrazione eucaristica.
«Il Carnevale della Sant’Artema – spiega don Elio Santaniello – non è pensato solo per i bambini e i ragazzi, ma anche per le famiglie. Da diverso tempo stiamo cercando di lavorare, anche attraverso l’associazione “Insieme è più bello”, nel mettere insieme le persone su questo territorio che ha bisogno di spazi di aggregazione e sicuramente il carnevale è una buona occasione per stare insieme. Oltre ai vari festeggiamenti, anche quest’anno ci sarà il premio per la maschera più bella, sia baby che adulto, in modo da coinvolgere appunto tutte le generazioni, anche se di solito gli adulti sono più restii a mascherarsi rispetto ai bambini. Ci saranno sicuramente anche un po’ di giochi da fare, come il tiro alla fune, un gioco semplici ma intergenerazionale, in modo che tutti possono partecipare». Quale occasione migliore per passare un pomeriggio all’insegna dell’allegria e divertimento?
Ilaria D’Alessandro
(foto edizione 2018)