È partita con tanti progetti per i ragazzi e con un corso per giornalisti sul tema della “Pena di maternità” – la penalizzazione delle madri sui luoghi di lavoro – l’attività di Casa Mehari, un bene confiscato alla camorra che il Comune di Quarto ha deciso di dedicare a Giancarlo Siani e di assegnare a un’associazione temporanea di scopo vincitrice di un bando pubblicato ad ottobre 2021.
La struttura di Quarto, in via Nicotera, è adesso a pieno titolo una casa della legalità e dell’inclusione che ha come capofila l’organizzazione di volontariato “La Bottega dei Semplici pensieri” assieme a cooperative sociali, associazioni: complessivamente 29 soggetti tra ordini professionali, scuole, fondazioni e parrocchie.
Prima ancora dell’inaugurazione del 20 maggio Casa Mehari aveva già avviato le importanti attività di inclusione grazie ai ragazzi della “Bottega” in una struttura dotata di piscina e giardino.
In contemporanea all’inaugurazione è stato anche presentato il progetto “motherhood penalty” il cui test è già on line sul sito dell’Ordine dei giornalisti della Campania. Un test per le giornaliste voluto dalla commissione Pari opportunità per aprire un punto di osservazione dentro la categoria con occhio critico. Questo test, il primo in Italia per il settore, mette in luce quanto difficile sia la condizione della donna sul posto di lavoro anche quando l’azienda decide di tutelare la lavoratrice-giornalista incinta o con figli. Non sempre, infatti, le garanzie a tutela della giornalista applicate dal datore di lavoro trovano riscontro negli atteggiamenti dei colleghi o colleghe, nelle redazioni o fuori. Destinatari del test sono tutti gli iscritti all’Ordine: all’interno sono previste domande anche sulla paternità, sulla penalizzazione e sul demansionamento garantendo l’anonimato.
Il test è stato redatto con il contributo delle docenti Chiara Cannavale, Giorgia Rivieccio, Antonella Rocca, Ilaria Tutore e della dottoressa Anna Bastone del Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi (DISAQ) dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope e grazie alle direttive fornite da Antonio Sposito, sociologo, presidente nazionale vicario Associazione Sociologi Italiani. Un lavoro corale di tutta la commissione che ha prodotto domande specifiche.
«Analizzare le difficoltà lavorative legate alla maternità e/o adozione ci auguriamo possa essere da stimolo per il cambiamento», ha dichiarato la presidente della commissione Pari opportunità dell’Ordine regionale dei giornalisti, Titti Improta. «Il questionario ideato dalla nostra commissione accende un faro su una condizione, ancora penalizzante per le donne, in molti settori, non solo nel giornalismo. E il gap economico nella retribuzione tra uomini e donne non è più accettabile. Ci auguriamo con questo progetto di contribuire al cambiamento di rotta».
Il progetto, oltre alla promozione della cultura dell’inclusione, punta anche all’inserimento di un articolo di tutela delle madri giornaliste nel Testo unico dei doveri del giornalista. Questo il link per accedere direttamente al test: https://forms.gle/AgxzrhLbKLnTcuy57
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