OLTRE L’EPIDEMIA. Nell’istituto penale minorile a Nisida, artisti napoletani insieme per colmare il “tempo vuoto”





I minori a Nisida non devono essere “vuoti nella mente”. Ecco il senso degli incontri d’intrattenimento organizzati con artisti napoletani nelle ultime due settimane nell’istituto penale minorile.

«In questi giorni d’inattività forzata – ha sottolineato il dinamico direttore dell’istituto, Gianluca Guida – e di distanza ancora più forte dal mondo reale, Mariano Bruno, Biagio Izzo, Sal da Vinci e Angelo di Gennaro (citati in ordine d’intervento), hanno riempito di gioia i nostri ragazzi e ragazze, che in questo momento sono completamente isolati. Hanno raccontato l’esperienza della quarantena e delle loro attuali “prigioni”, hanno scherzato sui paradossi di questi giorni, si sono messi in gioco con sincerità e senza “dare spettacolo”. Con una straordinaria umanità hanno realizzato un apprezzabile gesto di solidarietà che non è passato certo inosservato ai ragazzi. Solidarietà non è semplicemente “dare” ma soprattutto “condividere”, come è avvenuto in questo caso, per creare sani legami sociali».

Il direttore ha rivolto un accorato ringraziamento a coloro che hanno reso possibile questa bella iniziativa, promossa dal cappellano, don Gennaro Pagano, riuscita egregiamente grazie all’organizzazione di Antonio Mallardo, con la direzione artistica di Mario Esposito. L’obiettivo è moltiplicare questi appuntamenti, semmai coinvolgendo anche altri artisti.

L’emergenza legata al Covid19 ha determinato un ulteriore peggioramento della situazione già critica nelle carceri italiane. La sospensione dei colloqui con i parenti e delle attività formative ha influito negativamente. Anche nell’istituto Nisida, dove sono state organizzate comunque delle videochiamate, i ragazzi stanno avvertendo in modo particolare la mancanza fisica dei genitori e dei familiari.

«Privi dei colloqui, privi delle occasioni ricreative organizzate dal volontariato carcerario, delle attività formative e laboratoriali, – ha sottolineato don Gennaro, in un appello lanciato a fine marzo a favore dei detenuti – si trovano a fare i conti con un tempo vuoto, generatore di malessere interiore e di dinamiche pericolose. Hanno bisogno soprattutto di non essere dimenticati da chi è fuori. In questo momento è importante non dimenticarsi di coloro che sono in carcere». La speranza, per i ragazzi di Nisida, assume un’importanza maggiore nelle giornate dell’emergenza coronavirus.

 

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